44 km di strade di montagna, due paesi da attraversare, nella migliore delle ipotesi due ore di tempo perso in coda, con un costo che per ogni transito supera i 73 euro e rischi insostenibili alla sicurezza. Motivazioni più che sufficienti per spingere l’Associazione degli autotrasportatori Aitras, insieme con Trasportounito, ad avviare formalmente oggi una class action contro il Ministero delle Infrastrutture e l’Anas.
Nel mirino la deviazione obbligata fra Resuttano e Ponte Cinque Archi, e l’obbligo, a carico dei mezzi pesanti, di affrontare uno scenario degno del Far West per aggirare il blocco dell’autostrada A19, più precisamente del viadotto Cannatello, ovvero del principale collegamento fra Catania e Palermo, nonché fra i due più importanti porti della Sicilia.
Secondo gli autotrasportatori, all’origine di questa situazione ormai insostenibile non vi è nulla di casuale o inatteso: si tratta invece di precise responsabilità del concessionario dell’autostrada A19, nel caso la “pubblicissima” Anas, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per non aver effettuato nei tempi e nei modi dovuti, gli interventi di manutenzione programmata indispensabili per garantire la funzionalità e la regolare viabilità.
Secondo un primo calcolo messo a punto dalle due Associazioni dell’autotrasporto che chiedono l’immediato rimborso dei danni, il blocco dell’autostrada e le deviazioni in una situazione che in ogni momento può sfociare in incidenti, sino a oggi evitati solo grazie all’impegno e alla professionalità dei conducenti dei tir, ha comportato per l’autotrasporto dal 20 dicembre a oggi costi aggiuntivi pari a 1,4 milioni di euro. Chi paga?
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