Sarà una sorta di “rinascita” quella del giovane capodoglio, spiaggiato e morto nel 2019 sulla costa laziale, successivamente seppellito nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano per permetterne la decomposizione in sicurezza e in questi giorni tornato alla luce. Sono partite, infatti, le operazioni di scavo e pulizia dello scheletro che, una volta pronto, è destinato alla Casa Pelagos, il nuovo museo interattivo sul Santuario dei cetacei inaugurato lo scorso anno nell’Oasi WWF di Orbetello, in Toscana.
Questo lungo progetto di recupero, che verrà documentato in ogni sua fase, rappresenta un'impresa di straordinaria importanza e unica in Italia per la collaborazione fra istituzioni e che coinvolge due aree naturali, il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, un istituto di ricerca scientifica, un’associazione e un’Università per un obiettivo comune: restituire alla comunità il fascino di questi giganti del mare spesso minacciati valorizzando gli aspetti di ricerca e di divulgazione. La salvaguardia dei cetacei nel Mediterraneo passa, infatti, anche attraverso la conoscenza delle specie che lo abitano. Oggi, 21 febbraio, si celebra la Giornata mondiale delle balene.
Lo spiaggiamento di questo giovane capodoglio, un esemplare di Physeter macrocephalus femmina, della lunghezza di 512 cm, con un’età stimata inferiore ad 1 anno, era avvenuto sul litorale di Ostia nel 2019. Lo scarso stato di conservazione della carcassa non aveva consentito la definizione della causa di morte ma erano state escluse comunque patologie. Il drammatico episodio, per una specie già minacciata da numerose attività antropiche, ha contribuito comunque ad accrescere le conoscenze disponibili e permettere di raccogliere dati preziosi. Così l’evento si sta trasformando in un’opportunità: a seguito della segnalazione dello spiaggiamento, da parte della Capitaneria di Porto di Ostia, del sopralluogo e dell’esame anatomopatologico eseguito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana (IZSLT), e grazie alla disponibilità della Tenuta Presidenziale di Castelporziano l’esemplare è stato trasportato verso l’arenile dell’area naturale per essere interrato il 12 giugno dello stesso anno al fine di consentirne la decomposizione in sicurezza e il successivo recupero dello scheletro, operazione che ha preso il via dopo 5 anni, proprio in questi giorni.
L’inaugurazione dell’installazione presso Casa Pelagos in Toscana, ai margini dell’omonimo Santuario dei cetacei, avverrà nei mesi estivi con la partecipazione di tutti i partner dell’operazione e di coloro che hanno reso possibile la nascita di questa struttura, tra cui Regione Toscana e Deutsche Bank. In quell’occasione verrà svelato anche il nome scelto per il capodoglio dalle classi del territorio che verranno coinvolte in attività educative sulla difesa di questi cetacei. Il Santuario dei cetacei si apre proprio a pochi passi da Orbetello, punto più a est dell’area protetta, e include nei suoi 87.500 km2 le acque costiere e i mari tra Sardegna, Francia e Principato di Monaco. In questo luogo simbolico, il giovane animale avrà dunque una seconda vita e racconterà ai visitatori del Museo la sua lunga storia anche attraverso un documentario allestito all’interno della struttura.
LE ATTIVITÀ DI RECUPERO
L’Operazione Capodoglio si svolge in tre fasi: lo scavo vero e proprio nel luogo dell’interramento, la verifica che tutte le ossa siano state recuperate eseguita direttamente sul sito e il trasporto dell’intero scheletro presso l’IZSLT. Lo scavo, inizialmente avviato con un mezzo meccanico messo a disposizione dalla Tenuta Presidenziale di Castelporziano per eliminare la parte più cospicua di sabbia, è proseguito con diverse ore di scavo manuale da parte del team di veterinari, biologi ed esperti per non rischiare di compromettere lo scheletro sottostante e per non perdere le parti ossee più piccole. Una volta recuperate tutte le ossa, si procede alla conta e alla verifica che siano tutte presenti e, infine, al trasporto con mezzi dell’IZSLT presso l’Istituto per le successive fasi di pulizia e inizio montaggio. A quel punto, in estate, lo scheletro sarà pronto per la sua destinazione finale a Orbetello.
I CAPODOGLI NEL MEDITERRANEO
Il capodoglio è un mammifero marino, un cetaceo Odontocete, il più grande predatore del pianeta - i maschi possono raggiungere e superare i 18 m di lunghezza (eccezionalmente 21 metri) - e possiede il cervello più grande del regno animale. Nel Mediterraneo è una specie regolarmente presente da nord a sud.
Quando lo si incontra nel suo ambiente naturale, il mare aperto, caratterizzato da fondali profondi e canyon, è impossibile non riconoscerlo dal suo unico soffio, inclinato di 45°a sinistra, che il capodoglio emette a ogni respiro. Presenta una testa molto grande e dalla forma squadrata, che copre quasi la totalità di 1/3 della lunghezza del corpo, e il nome capodoglio (capo d’olio) deriva dalla presenza dello spermaceti, un organo contenente una sostanza oleosa implicato nelle immersioni profonde. Infatti, questa specie è uno dei campioni di immersione più stupefacenti al mondo: può rimanere in apnea anche per oltre un’ora e raggiungere profondità straordinarie – fino ai 2.000 m - alla ricerca del suo principale pasto costituito da calamari di profondità. Come altri cetacei, ha la capacità di eco-localizzare (biosonar) producendo suoni che danno una “visione sonora” dell’ambiente circostante per potersi orientare e individuare le prede.
I capodogli non sono solo giganti degli oceani, ma anche straordinarie creature che compongono comunità sociali con tradizioni e modi di vita affascinanti. Formano gruppi familiari di femmine imparentate tra loro o gruppi di maschi “scapoli”. Al contrario della leadership umana, le decisioni all'interno delle comunità di capodogli sembrano essere prese attraverso il consenso anziché attraverso un'autorità centralizzata. Questo si dimostra cruciale quando, centinaia di loro viaggiano insieme, monitorando i pericoli dei predatori, come le orche che minacciano i cuccioli. Un’altra curiosità: i capodogli dormono, o meglio si riposano, in “verticale”: restano in apnea e in immersione con la testa rivolta verso la superficie, rimanendo nella colonna d’acqua in galleggiamento neutro.
Nonostante sia il più grande predatore vivente, un gigante del mare, è tanto maestoso e imponente quanto fragile. Nel Mediterraneo, è considerata una specie minacciata e in pericolo di estinzione dalla IUCN (EN, endangered).
Un mare affollato quello di ieri al largo di San Foca, grazie ad una bella giornata di sole e di vento ‘giusto’, anche per la flotta di ‘Più Vela Per Tutti’, che ha disputato la sua quarta regata del campionato invernale
Spirit of Nerina (ORC A-B), Sease (ORC C) e Ariarace (Rating FIV). Sono questi gli equipaggi che festeggiano al termine della prima manche del 50° Campionato Invernale del Tigullio
Dal 12 al 20 dicembre 2025 la Marina de Vilamoura, in Portogallo, è teatro dei Youth Sailing World Championships 2025, l’evento iridato giovanile che mette a confronto i migliori talenti velici under 19 di tutto il mondo
L'equipaggio capitanato da Alexia Barrier e Dee Caffari dopo un rallentamento per un guasto meccanico viaggia spedito verso il Capo di Buona Speranza
L’equipaggio di Orofino vince il Trofeo Gaetano Martinelli (ORC), quello di Neri e Cassese il Trofeo Oreste Albanesi (Sport Boat), mentre il team di Fotticchia conquista il Trofeo Paola Martinelli (Gran Crociera)
Sodebo Ultim 3, il maxi-trimarano francese guidato da Thomas Coville, è salpato il 15 dicembre 2025 per un nuovo tentativo di record sul Trofeo Jules Verne, il giro del mondo senza scalo né assistenza
Grande successo per il Trofeo Fondazione Telethon, la regata destinata a raccogliere fondi a favore della ricerca sulle malattie genetiche rare
Sua Maestà la Regina Suthida di Thailandia scenderà in acqua insieme al Team Thailandia per le regate della Star Sailors League
Più di 100 imbarcazioni provenienti da 16 Paesi hanno confermato la propria partecipazione, a testimonianza di quanto questo appuntamento sia ormai tra i più prestigiosi e attesi del calendario velico internazionale
La vittoria thailandese ha avuto anche un significato storico: a bordo dell’SSL47 numero 6 c’era infatti Sua Maestà la Regina Suthida, in ruolo attivo come tattica e timoniera, alla guida del team di casa nelle acque di Pattaya