Finiti i monsoni, ritornano i pirati somali che dopo un periodo di inattività ridotta a causa delle condizioni meteo marine, hanno ripreso il loro business oramai esteso ad un braccio di mare amplissimo grazie all'uso di navi appoggio. Due colpi di bozooka nella notte tra mercoledì e giovedì hanno colpito la "Jolly Rosso" sulla fiancata mentre era in navigazione tra Gibuti e Mombasa, in Kenia senza per fortuna causare né gravi danni né feriti tra gli uomini dell'equipaggio, 22 persone tra cui 13 italiani. La nave, che si trovava a circa 430 miglia ad est di Mombasa, ha prontamente messo in atto tutte le misure diversive atte ad evitare l'abbordaggio, informando immediatamente le autorità di "Atalanta", la forza navale europea che pattuglia quelle acque proprio in missione antipirateria. La nave più vicina era però a 200 miglia dalla Jolly Rosso e quindi impossibilitata ad intervenire in tempi brevi. Solo per la pronta reazione del comandate Piccioli la nave è scampata al sequestro. Quasi in contemporanea altri due barchini hanno preso di mira la "Jolly Smeraldo", altro mercantile della compagnia genovese Ignazio Messina & C., che era in navigazione da Jeddah (Arabia Saudita) ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. La nave aveva superato da poco lo stretto di Bab el Mandeb e quindi, non appena ha lanciato la richiesta di soccorso, sono immediatamente intervenuti due elicotteri militari che hanno costretti i barchini ad allontanarsi. Per la "Jolly Smeraldo", che aveva a bordo un equipaggio di 23 persone delle quali 15 italiani, questo è il secondo attacco subito nel corso del 2009. Quasi impossibile per le navi europee controllare l'enorme tratto di mare nel quale operano i pirati somali verso i quali, da terra, non viene svolta alcuna opera di contrasto. Il paese è oramai in mano alla milizie islamiche e il governo somalo non riesce in nessun modo a contrastarle.
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