Partita la Transat CIC, corsa che, con vari nomi dovuti agli sponsor che si sono succeduti negli anni, è comunque giunta alla sua quindicesima edizione. Si parte da Lorient, nido di tutti gli oceanici degni di tal nome, e si arriva a New York, che torna a essere il traguardo dopo le gare del 1960 e del 2016.
3000 miglia nell’Atlantico del Nord e in tutto 48 equipaggi di cui 33 Imoca, 2 barche vintage e 13 Class40, categoria per la quale noi italiani nutriamo un certo interesse perché abbiamo in lizza due belle barche con grandi potenzialità: Ibsa di Alberto Bona e Alla Grande Pirelli di Ambrogio Beccaria. Specie Ambrogio, che a bordo di “Alla Grande - Pirelli” ha vinto la Transat Jacques Vabre nel 2023, è decisamente uno dei favoriti per il podio. Ma anche Alberto Bona sta regatando, con costanza oramai, sempre ai massimi vertici della classe.
Tra gli Imoca abbiamo invece Giancarlo Pedote, al suo ritorno in regata dopo la Transat e i guai fisici che lo hanno accompagnato nel post gara.
Vediamo comunque come stanno andando, che è la cosa più importante. Ambrogio è secondo dietro a Nicolas d’Estais e davanti al rivale di sempre, Ian Lipinski, e alla soprendente Amelie Grassi. Distanze minime tra i quattro che praticamente guidano la flotta tutti insieme. Alberto Bona è ottavo a un miglio e sei. Tra gli Imoca guida la flotta Cherlie Dalin su Macif, seguito da Benjamin Ferré su Monnoyeur e da Jeremie Beyou sulla nuovissima Charal. Anche qui distacchi minimi e una regata ancora tutta da scrivere. Dispiace per l’abbandono di Jean Le Cam. Senza di lui manca sempre qualcosa a una corsa Imoca.
“Sarà una regata tosta, sono contento che sia arrivato il momento di partire e liberare tutta la tensione dovuta all’attesa - ha dichiarato stamani Alberto Bona dal pontile prima di mollare gli ormeggi - Le emozioni sono sempre tante quando si lascia la terraferma, attraversare l’Atlantico a queste latitudini non è un'impresa da poco. L'obiettivo è navigare bene, dare il meglio, tenere la barca nelle migliori condizioni possibili”.
“Di tutte la traversata che ho fatto in Class40 questa è più clemente dal punto di vista del meteo, almeno nei primi giorni”, dice Beccaria poco prima di salpare, “ci saranno momenti con vento forte, ma eravamo preparati a molto peggio. Nelle prime ore incontreremo una piccola depressione a dire il vero un po’ “pigra” e dunque con poca onda e non tanto vento. Dopo di ché andremo a cercare una depressione non lontano dal mar Celtico. Lì prenderemo vento molto forte da Nord che spingeranno la flotta molto velocemente verso Ovest. Martedì invece ci troveremo in una zona molto ampia di alta pressione e lì sarà importante attraversarla bene… perché chi lo farà sarà avvantaggiato per la vittoria finale”.
“Questa è una regata speciale” continua Beccaria, “l’arrivo a New York è qualcosa di unico. Noi andiamo a fare una regata e siamo molto fortunati a fare questo sport, mentre sappiamo che generazioni di italiani hanno attraversato l'Atlantico per trovare una vita migliore”
L'obiettivo è quello di rendere le regate conclusive un evento televisivo imperdibile, dove il destino delle medaglie si deciderà solo all'ultima giornata per una maggiore presa sugli spettatori di tutto il mondo
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