Sono emozionato, a parte la stanchezza di questa lunga giornata, è stata un’onda inattesa di preferenze, che ha espresso la grande voglia di cambiamento. E sono emozionato per questo momento, anche perché c’è qui Carlo Rolandi e da qualche parte lassù c’è mio padre. Credo che nessuno si aspettasse queste grandi novità in così poco tempo, io per primo quando l’1 ottobre ho parlato a Sergio Gaibisso della mia volontà di candidarmi. Credo di aver cavalcato un’onda anche imprevedibile di volontà di cambiamento. Voglio salutare Carlo Rolandi che è il “colpevole” di questa candidatura, eravamo all’Argentario e mi ha detto “o adesso o mai più”.
Voglio rivolgere un particolarissimo pensiero a Sergio, che in questo momento non sta bene. Uno come lui che ha dato tanto e ha dedicato 45 anni al nostro sport si puo’ dire che ha vissuto una vita per la vela, e non si puo’ che togliersi il cappello. Negli ultimi tempi siamo stati insieme 2-3 volte, all’inizio lui è stato sorpreso della mia scelta, ma poi credo nel tempo la tensione si è sciolta e abbiamo passato pomeriggi insieme, alla fine mi ha inondato di documenti. Certo la macchina federale è poderosa e ha perso un po’ il contatto con la base. Non so quali saranno i nuovi consiglieri, spero che abbiano soprattutto entusiasmo, competenza e voglia di fare: credo che insieme si possa entrare in una dimensione più aggiornata di fare le cose e gestire la federazione.
Come si è ricordato a proposito della vicenda della nostra Nave Italia, vale il detto “se vuoi costruire una nave, non comprare il legno, ma ricorda quanto è bello il mare”: spero che sia sempre vivo questo fuoco che fa bene a tutti noi. Siamo tutti qui per lo sport che ci piace per i suoi valori straordinari: solidarietà, umiltà, il lavoro di squadra, il rispetto per l’ambiente e per gli altri. La Federazione deve sposare e fare propri questi valori, perché sarà anche più facile ottenere aiuti da istituzioni e partner come sponsor.
Quali sono i nostri punti certi. Abbiamo 96.000 tesserati, sono un patrimonio strepitoso, non possiamo disperderlo, dobbiamo accudirlo. La Federazione deve essere al servizio del tesserato, al servizio del circolo e al servizio delle Zone. Le Zone vanno utilizzate secondo per per quello che devono dare e che puo’ essere moltissimo. Credo che la federazione penserà a un modo per aiutarle, un sistema obiettivo basato su parametri precisi, perché se si guarda ai contributi zona per zona non c’è sempre equilibrio perfetto, si può trovare un sistema più asettico di aiuto, ma anche chiedere molto alle Zone, a identificare quali sono i tecnici, i circoli che lavorano veramente bene e coinvolgerli nel percorso della federazione. Tante volte le zone lamentano di non ottenere le risposte che vorrebbero nei tempi giusti: credo che metteremo una persona apposta per prestare orecchio alle zone, anzi l’abbiamo già individuata e la proporrò al Consiglio, le Zone sono la nostra rete e da lì dobbiamo partire.
L’altra mia idea fissa è quella dei centri federali. Secondo me il CPO di Livorno ha sempre lasciati dei buoni ricordi in chi l’abbia praticato. Credo che se ne possano cercare altri. I soldi non ci sono e il tempo non c’è. Quindi ci vuole grande flessibilità, andare a cercare in tutte le Zone dove ci sono strutture abbandonate che possono essere recuperate: nel solo ultimo mese già almeno tre potenziali centri federali zonali mi sono stati portati, come possibilità già per il 2009. Nei centri possono lavorare insieme gli atleti campioni e i giovani, per far crescere lo spirito di emulazione, per cui la bambina che vede Gabrio Zandonà con la giacca con la scritta Italia o il tecnico del circolo che vede l’allenatore nazionale, possano ispirarsi e imparare tante cose.
Un’altra cosa a cui tengo. Il percorso di un bambino inglese che si avvicina alla vela agonistica è molto preciso: a che età puoi fare questo o quello. Se vinci a livello zonale ti mandano al livello superiore e così via. Va sicuramente recuperato il livello zonale, se vinci vai all’interzonale, poi ti mando alla nazionale. A questa età tu devi cambiare strada e ti darò queste possibilità. Quindi aiutare tante famiglie che dopo l’Optimist non sanno cosa fare e che vanno aiutate, anche questo è un lavoro che faremo insieme alle Zone.
La vela olimpica è al centro dei miei pensieri. Ho parlato in questi giorni con tutti i ragazzi della squadra e ho chiesto loro cosa avevano in testa per il futuro, ci siamo scambiati tante riflessioni e ho fatto preparare a ciascuno di loro una relazione di quello che vorranno fare. Quello che noi vorremmo è portare questi ragazzi al giorno della prima regata olimpica senza “in testa dei lupi”, cioè creargli alle spalle una struttura efficiente che gli levi ansie e gli permetta di concentrarsi esclusivamente sul percorso che abbiamo davanti. Anche perché non siamo scemi, abbiamo grandi talenti, la squadra di Pechino, e questo è un merito della federazione, era una squadra fortissima che poteva davvero arrivare a 3-4 medaglie con poca differenza, ma è proprio quella piccola differenza che dobbiamo curare, quella tra squadre che portano a casa tante medaglie e nazioni pur importante come l’Italia che ha portato a casa comunque due buone medaglie.
Rapporti con il CONI e situazione finanziaria. Il presidente Petrucci è stato assolutamente collaborativo e sono contento di poter dire che il temuto taglio del 30% alle federazioni non avverrà perché è stato stralciato dalla finanziaria, quindi potremo contare per il 2009 sugli stessi contributi dal CONI, forse qualcosa in più per merito delle due medaglie che ci daranno un piccolo plus. E inoltre io ho parlato al presidente Petrucci dei centri federali e mi ha risposto che per i programmi speciali il CONI puo’ aiutare in modo particolare. Avremo una persona a Roma, perché la FIV è a genova ma a Roma c’è tutto, Istituzioni, CONI, federazioni, forze armate. Questa persona sarà responsabile del rapporto con le leghe, dove credo indispensabile una azione comune per evitare la dispersione di energie: loro fanno il nostro stesso percorso per portare i bambini nelle scuole come noi lo facciamo per conto nostro, se riuniamo queste due cose otterremo molto di più. Roberto Baggioni è la persona che si è offerta per fare questo lavoro e lo ringrazio, sarà la nostra antenna a Roma.
Ci sono tante altre cose, ma non vi sto a tediare. Credo che bisognerebbe guardare con estrema attenzione questa montagna di carte federali, regole, controregole e regolamenti, un labirinto impossibile. Probabilmente molte sono obbligatorie, forse col tempo qualcuna si è venuta a cumulare non necessariamente. Anche in questo caso il presidente Petrucci ci ha indicato una federazione che ha fatto un grande lavoro di snellimento con cui ci incontreremo.
Come ha detto Gianfranco nella relazione l’annata non è stata brillante dal punto di vista economico e quindi diciamo che partiamo un po’ in “braghe di tela”. Ma l’energia e la volontà di far bene ci sono, basta che tutti noi ci mettiamo d’accordo e spingiamo nella stessa direzione. Sono convintissimo che otterremo grossi risultati. A me questo non fa paura, sono convinto che si troveranno risorse se saremo capaci di produrre qualcosa di appetibile col nome “Federazione Italiana Vela”, della quale ricordo il vecchio nome “Unione delle Società Veliche Italiane”: siamo una unione di circoli e i circoli per noi sono come i loro soci. Quando telefonano in federazione ci sia sempre qualcuno che risponde con precisione. Da come ci presentiamo tutti noi, a come si risponde al telefono, questo è il modo di creare per la federazione una immagine come lo sport della vela si merita.
L’ultima cosa che voglio ricordare. Quaranta o cinquanta anni fa in Tennessee o in Alabama c’è stato quel signore che ha detto “Ho fatto un sogno”. Oggi si direbbe che è molto abbronzato. Anch’io molto modestamente l’ho fatto, non sono abbronzato come ha scritto Soldini in un suo articolo molto affettuoso del quale lo ringrazio. Sogno soltanto una cosa: una federazione normale, trasparente, leale, al servizio di tutti i nostri affiliati, i circoli e di tutte le nostre zone. Dobbiamo essere lì con questa idea. Spero che chi sarà con me da domani in avanti assorba davvero questa idea di questo visionario pazzo che avete davanti e che spera di fare cose che forse sono impossibili. Io ci credo e ci metterò tutta l’energia. Se qualcuno poi mi farà fare la fine di quel signore abbronzato, spero di no. Spero di arrivare alla fine di questo compito e spero tra quattro anni di passare la federazione a qualcuno di più giovane, e che sia una federazione leggera, agile, funzionale, non un ente molto pesante. Penso anche a una riduzione del mandato, come per il presidente che io condivido, anche per i consiglieri: non c’è ragione per cui uno debba stare 35 anni seduto in consiglio federale.
Qualcosa di leggero. Ho scritto in una intervista che per me l’atleta ideale è Torben Grael, per quel suo modo impalpabile e leggero, e lui mi ha inviato una mail dall’oceano per ringraziarmi e dirmi che è d’accordo che le strutture devono essere sempre al servizio. Questa è la nostra missione e io cercherò
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