Riconoscimento della Regione Liguria al Gruppo Subacqueo dei Carabinieri di Genova che nell’ottobre scorso hanno ritrovato il relitto del piroscafo inglese Transylvania nei fondali del Mar Ligure, a 630 metri di profondità, di fronte all’isola di Bergeggi, al largo di Capo Noli, nella riviera savonese.
L’affondamento del Transylvania, oltre 14 mila tonnellate, il 4 maggio 1917, spezzato in due da un siluro partito da un sommergibile tedesco è la più drammatica tragedia del Mar Ligure di tutti i tempi. Il Transylvania, ex piroscafo da crociere , era partito da Marsiglia con a bordo 3 mila 500 soldati della marina da guerra dell’esercito britannico e 64 infermiere della British Red Cross Society, diretti sul fronte turco in Palestina.
Le vittime furono 407, di cui 96 vennero sepolte nel cimitero di Zinola. I superstiti furono tremila e furono accolti dalla popolazione savonese che li ospitò in case, caserme , scuole e nel teatro Chiabrera di Savona.
L’incontro in Regione Liguria, promosso dall’assessore alla Cultura e al Turismo Angelo Berlangieri, ha nuovamente acceso i riflettori su un relitto, divenuto la bara, putroppo, di centinaia di persone, ma che ha ancora tante cose da raccontare. Tralasciando le voci sull’esistenza a bordo di un “tesoretto”, un misterioso barile di sterline d’oro per le paghe dei militari trasportati. Gli esperti, nonostante la profondità, non escludono neppure la possibilità di un recupero del relitto. L’ultima parola spetterebbe, ovviamente, al governo del Regno Unito.
Con il tenente colonnello Francesco Schilardi, comandante del Gruppo Subacqueo Carabinieri, è intervenuto , fra gli altri Guido Gay, titolare dell’azienda comasca che ha messo a disposizione delle ricerche il catamarano Daedalus da cui ha fatto scendere un modernissimo robot capace di operare fino a 4 mila metri di profondità e uno speciale magnetometro. Grazie a quest’ultimo strumento, che funziona sul principio della risonanza magnetica nucleare, è stata individuata la massa ferrosa del relitto del Transylvania.
E proprio dal racconto di Gay, è arrivata la conferma che nello scafo del Transylvania ha trovato un ottimo habitat naturale il corallo bianco, la Madrepora oculata, un fossile vivente raro nel Mediterraneo, oggetto di diversi studi da parte dei ricercatori.
Testimonianze sulle tante ricerche fatte per ritrovare il relitto sono state fatte dal capitano di fregata Massimiliano Nannini, Antonietta Sobrio di Noli, Luca Battaglieri di Finale Ligure, il savonese Pier Bortoletto, l’assistente cartografo Stefano Ferrero.
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