Celebrazioni dei 10 anni del registro internazionale, global maritime community, Tirrenia, nuovo rapporto shipping e finanza. Questi i principali temi trattati da Nicola Coccia, Presidente della Confederazione Italiana Armatori, nel corso dell’Assemblea svoltasi oggi a Genova a Palazzo Ducale, che ha inaugurato la seconda edizione della 48 Ore del Mare. Alla presenza di oltre 500 persone, numerose personalità del mondo politico e amministrativo, economico, marittimo e sindacale, il presidente di Confitarma, Nicola Coccia, ha svolto la sua relazione, seguita dagli interventi del Vice Presidente di Confindustria, Edoardo Garrone, del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. L’Assemblea di Confitarma è stata aperta con le celebrazioni dei primi dieci anni del Registro Internazionale, istituito con la legge 30 del 1998, strumento che ha restituito competitività alle imprese armatoriali italiane ed il rilancio della flotta battente bandiera nazionale. Nel corso della celebrazione hanno preso la parola i Past President Aldo Grimaldi e Paolo Clerici, che hanno rispettivamente avviato e concluso questo processo di riforma, ed il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che nel 1997 era Ministro dei Trasporti nel Governo Prodi, forte sostenitore e artefice politico del Registro Internazionale. A loro il Presidente Coccia ha consegnato delle targhe ricordo.
Prima della Relazione del Presidente Coccia è stata data lettura del messaggio inviato all’Assemblea di Confitarma dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. (il testo è disponibile sul sito www.confitarma.it).
Nella sua relazione il Presidente Coccia ha posto l’accento sulla necessità di sfruttare a fondo le potenzialità dell’industria amatoriale italiana, per porre proprio sul successo della flotta e sullo sviluppo record registrato negli ultimi anni, le basi per la creazione di una global maritime community, un grande polo-sistema nazionale di professioni, saperi, know how del mare che sia in grado di assumere un peso importante nel Mediterraneo e nell’economia globale
La prima sfida è per l’appunto quella di creare una global maritime community, ovvero un sistema di servizi ad alto valore aggiunto che qualifichi il sistema Italia quale elemento di polarizzazione di interessi globali nello shipping internazionale e sede privilegiata per i grandi gruppi che determinano le scelte del trading globale.
E con una flotta che ha raggiunto i 14 milioni di tonnellate di stazza, 1.535 navi in servizio, delle quali il 60% di età inferiore ai 10 anni, 220 navi commissionate ai cantieri di tutto il mondo, attualmente in costruzione, 27 miliardi di euro di investimenti negli ultimi 10 anni, 20 milioni di tonnellate (tre volte la consistenza degli anni Ottanta) come obiettivo 2010, Confitarma si presenta con tutte le carte in regola per pilotare questo processo e coinvolgere su questo obiettivo anche le istituzioni.
Nella sua relazione, il presidente Coccia ha anche affrontato problematiche di scottante attualità, in primis quella relativa a Tirrenia. Sottolineando l’importanza della presa di posizione del presidente del Consiglio, Silvio Berluscoini, che, nel messaggio inviato all’Assemblea della Confitarma, ha affermato la necessità di superare la concorrenza sleale di Tirrenia, Nicola Coccia ha sostenuto che il processo di privatizzazione di Tirrenia va accelerato, attuando da subito (la convenzione con lo Stato scade fra soli 176 giorni) un atto di discontinuità rispetto a un management che da quasi trent’anni gestisce una compagnia che esercita concorrenza sleale.
Nicola Coccia ha quindi affrontato un’altra sfida per l’industria amatoriale: la costruzione di un rapporto nuovo fra shipping e finanza. «Ora è possibile costruire sullo shipping – ha sottolineato il presidente di Confitarma - un progetto industriale e finanziario di lungo periodo. Ed è essenziale che sia così, perché mai come oggi si avverte la necessità di nuovi strumenti. Credo sia giunto il momento di ripensare il rapporto tra l’armamento italiano, il sistema bancario nazionale, quello internazionale ed i soggetti istituzionali di garanzia del credito, nazionali ed esteri».
Precise e circostanziate le richieste di Confitarma al Governo.
Innanzitutto il superamento dello stato di precarietà su cui poggia l’intero comparto cabotiero italiano, rendendo strutturale la fiscalizzazione degli oneri sociali in favore del cabotaggio marittimo. “Sto parlando di 40 milioni di euro all’anno!” - ha affermato Nicola Coccia - sottolineando che occorrono scelte permanenti per dare alle imprese armatoriali la certezza necessaria per poter attuare programmazioni di sviluppo industriale a lungo termine. “Purtroppo, anche l’anno scorso si è riproposta la snervante trafila della proroga delle misure in favore del cabotaggio marittimo inserite nella legge Finanziaria”
Fiscalizzazione strutturale per il cabotaggio, privatizzazione della Tirrenia, effettivo potenziamento dell’Amministrazione, strumenti finanziari innovativi, scelte ambientali sostenibili, promovendo le autostrade del mare, la ricerca e lo sviluppo tecnologico per la riduzione delle emissioni; completamento del rifinanziamento delle leggi in materia di costruzioni navali; semplificazione delle norme nazionali in materia marittima, emanazione di un decreto del dicastero dei Trasporti sull’obbligo di formazione dei cadetti per le unità iscritte nel Registro internazionale, decreto che viaggia con un ritardo di oltre tre anni sulla sua normale tabella di marcia
“Le richieste che rinnoviamo quest’oggi sono importanti ma al tempo stesso contenute per la spesa pubblica ben consapevoli come siamo delle esigenze generali del Paese - ha affermato il Presidente Coccia - Sono richieste chiare, ben delineate e fondamentali per un comparto dal valore economico e sociale di assoluto rilievo”.
Ma è alla politica che il presidente Coccia ha lanciato un messaggio inequivocabile: dieci anni di registro internazionale hanno consentito alla marineria italiana di dispiegare le sue enormi potenzialità imprenditoriali, generando ricchezza e occupazione. Oggi non si può abbassare la guardia. Si deve e si può compiere un ulteriore salto di qualità. E in quest’ottica, appresa l’intenzione del ministro Matteoli di tenere per sé le deleghe sul settore, lo ha invitato a prendere in mano con forza e decisione la guida di questo settore.
Il Ministro Scajola ha affermato che i porti devono diventare sempre più centri logistici, in grado di fornire servizi a valore aggiunto ai comparti industriali e che il Governo intende stimolare lo sviluppo di iniziative analoghe a quella del centro logistico per l’industria automobilistica nel porto di Gioia Tauro anche attraverso lo strumento di “Industria 2015”.
“Iniziative mirate, non più finanziamenti a pioggia per le grandi infrastrutture – ha proseguito il Ministro aggiungendo che nelle intenzioni del Governo vi è quella di far tornare Genova crocevia dei traffici marittimi internazionali”.
“L’impulso alla costruzione di navi innovative e allo sviluppo di un sistema di infomobilità tecnologicamente evoluto favorirà lo sviluppo delle “autostrade del mare”, contribuendo a rilanciare il trasporto marittimo e a decongestionare quello su gomma - ha proseguito il Ministro Scajola - Si tratta di un’opportunità che ci auguriamo possa essere sfruttata al massimo dalle aziende italiane”.
“Questi stessi obiettivi – ha concluso il Ministro Scajola -sono alla base anche dei progetti di privatizzazione della Società Tirrenia e di Fincantieri, previsti nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria.
Edoardo Garrone ha affermato che le sfide del panorama globale sono tante e mutevoli e le affronteremo anche nel lungo e nel medio periodo anche con uno Stato che va ridisegnato. E’ importante privatizzare la Tirrenia perché ne avremmo più giovamento noi sia come cittadini che come imprenditori”.
Il Ministro Altero Matteoli, nel ribadire che il rilancio competitivo del settore del trasporto marittimo è da attribuire all’istituzione del Registro Internazionale Italiano, che ha assicurato piena competitività internazionale alle nostre imprese armatoriali, ha affermato che ora occorre ridisegnare per il Mediterraneo una nuova geografia economica. Il progetto Dubai Maritime City, in corso di realizzazione sarà un punto di riferimento per armatori e società di navigazione. Dobbiamo vincere la sfida lanciata dal Presidente Coccia in cui l’Italia sarà regina di questa comunità marittima globale.
“Il Presidente Coccia ha proprio ragione – ha aggiunto il Ministro Matteoli - quando accenna alla mia scelta di non delegare il settore marittimo: è una scelta consapevole, fortemente voluta e dettata dal mio grande amore per il mare. Per gli italiani voglio essere, oltre che Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, anche “il Ministro del Mare” e, in virtù di ciò che si prospetta, il Ministro di questa nuova “Comunità Marittima Italiana Globale” che auspico vivamente”.
Per quanto riguarda la privatizzazione di Tirrenia il Ministro Matteoli ha confermato che il Governo intende andare avanti anche se i problemi sono tanti. In ogni caso il Ministro ha dichiarato l’intenzione di coinvolgere gli armatori privati nel processo di privatizzazione della flotta pubblica.
Infine, in merito alla Legge di riforma portuale il Ministro ha affermato che occorre lavorare per completare la riforma auspicando una rivisitazione complessiva e non più aggiustamenti occasionali per il futuro.
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