E' un'impresa difficile quella che stanno effettuando Tullio Picciolini e Giammarco Sardi a bordo di Ocean Cat, il catamarano di appena 6 metri non abitabile con il quale stanno attraversando l'oceano a caccia del record di velocità sulla tratta Dakar-Guadeloupe.
Un vento altalenante li ha accompagnati nella prima parte del viaggio. Ieri, dopo una rottura ad una deriva ed una scuffia, sono riusciti a intercettare l'Aliseo che li ha portati a navigare anche a 14 nodi di velocità, tanto da consentirgli di recuperare miglia perse. Partiti il 5 febbraio alle 10.50 Utc (11.50 ora italiana) ora si trovano a 886 miglia nautiche da Guadeloupe. Hanno navigato ad una velocità media di 9,5 nodi e ora la loro prua punta dritta al traguardo, posizionato davanti a Pointe à Pitre, dove ad attenderli ci sarà un ufficiale di regata nominato da World Sailing, la federazione internazionale di vela, che registrerà l'orario di arrivo.
All'impresa sportiva si affianca quella marinaresca, che vede due velisti impegnati ad affrontare le insidie dell'Oceano su un piccolo scafo che naviga per oltre 2500 miglia senza assistenza: oltre ad oggetti galleggianti, che appunto possono rappresentare un pericolo (Ocean Cat ha perso una deriva proprio per questo motivo), si aggiungono le distese di alghe che per miglia invadono il mare e che ostacolano la normale navigazione.
Il Safety team di Ocean Cat, costituito da 20 persone che si stanno alternando davanti ai monitor per seguire e analizzare i tracciati GPS dell'imbarcazione, segue minuto dopo minuto la rotta dei due navigatori italiani: il segnale della loro imbarcazione è inoltre rimbalzato sugli schermi della sala operativa della Guardia Costiera italiana che segue da vicino questa incredibile avventura.
Nell'ultima chiamata dal telefono satellitare, avvenuta ieri sera, Tullio e Giammarco hanno voluto ringraziare tutto il team di sicurezza, guidato da Enrico Corsetti, e gli uomini della Guardia Costiera: "sapere che c'è sempre qualcuno che monitora la nostra rotta, seppure a distanza, ci fa navigare più sereni. La stanchezza si fa sentire, ma vogliamo andare avanti e arrivare fino in fondo".
A bordo si mangiano barrette energetiche, frutta secca e formaggio. Si beve l'acqua prodotta dal dissalatore manuale che l'equipaggio ha portato a bordo con l'obiettivo di ridurre peso e l'utilizzo di bottiglie di plastica. L'aspetto di monitoraggio ambientale osservato dai due ambasciatori di Mare Vivo uno dei temi che potremmo affrontare con loro al rientro da questa avventura.
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