L’impegno concreto per la sostenibilità e i nuovi progetti diventano un’occasione di confronto, analisi e ispirazione sul presente e sul futuro del mare e del porto con professionisti e testimoni esperti a vario titolo di cambiamento climatico e transizione energetica. Questi i temi al centro di “Sostenibilità a gonfie vele. Il futuro del mare parte da Marina di Loano”, il talk show organizzato giovedì 24 luglio a Marina di Loano al quale hanno assistito le autorità civili, i rappresentanti di Arma dei Carabinieri, Capitaneria di Porto e delle categorie economiche, insieme a un folto pubblico di diportisti, turisti e cittadini del territorio. Ospite d’onore dell’evento la campionessa olimpionica di Tokyo 2020 e Parigi 2024 Caterina Banti, vincitrice di due medaglie d’oro nella classe Nacra 17 e quattro volte campionessa del mondo.
"Il nostro obiettivo è chiaro – ha dichiarato Gianluca Mazza A.D. di Marina di Loano -. In tema di sostenibilità abbiamo condiviso la strategia delineata dal Gruppo Unipol: ridurremo le emissioni del 46,2% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, per arrivare alla completa decarbonizzazione entro il 2050. È una sfida ambiziosa, ma ci muoviamo con un piano concreto, basato su tecnologie innovative e una visione integrata di sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Da oltre dodici anni utilizziamo l’anello di condensazione, un impianto che sfrutta lo scambio termico con l’acqua di mare per riscaldare e raffreddare con efficienza i nostri spazi.
Continueremo a investire su soluzioni come questa insieme all’ impianto fotovoltaico già operativo dal 2024 con una produzione di 334.000 KW/anno e a ulteriori soluzioni green anch’esse già operative alimentate da fonti rinnovabili, come le stazioni di ricarica elettrica per auto e barche e l’utilizzo di golf car. La raccolta differenziata dei rifiuti e delle acque nere di sentina sono due ulteriori soluzioni che utilizziamo fin dall’inaugurazione del porto.
Parallelamente – ha proseguito Mazza - portiamo avanti uno sviluppo infrastrutturale che renderà Marina di Loano sempre più integrata con il territorio. A breve vareremo quattro house boat introducendo un nuovo modello di ricettività; stiamo rinnovando gli uffici e l’hotel con sale meeting e area wellness. La nuova zona pedonale che collega il centro città con il porto, ha già dimostrato la sua efficacia, trasformandolo un vero luogo di incontro e inclusione. . Un percorso che portiamo avanti in collaborazione con le istituzioni del territorio, l’associazione dei comandanti di superyacht ItalianYachtMasters, a loro volta ambasciatori e rappresentanti del tema strategico ‘steering to green’ e come soci di Confindustria Nautica, anche attraverso il mio ruolo nel consiglio di presidenza del settore Turismo e porti.
Anche l’offerta gastronomica sarà all’altezza di questa visione: il ristorante dello Yacht Club aprirà a breve gestito dal gruppo Lovisolo, che abbiamo selezionato per qualità e capacità di valorizzare l’identità della marina con l’utilizzo di pratiche responsabili e un’offerta mirata a km 0. Vogliamo che Marina di Loano continui a essere un esempio concreto di Blue Economy e innovazione sostenibile nel settore nautico.”
Il confronto sul tema Sostenibilità a gonfie vele – Il futuro del mare parte da Marina di Loano, moderata dal giornalista e regista Emilio Marrese, ha visto la partecipazione di Caterina Banti, due volte medaglia d’oro olimpica di vela, del professor Alessandro Pezzoli, bioclimatologo e meteorologo del Politecnico di Torino (presidente della I zona della Fiv, Federazione Italiana Vela), della professoressa Sabrina Lo Brutto, biologa marina e docente di Zoologia dell’Università di Palermo, dell’ingegnere Nicolò Cavina, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università di Bologna. Tutti professionisti che si confrontano quotidianamente con il tema della sostenibilità e le relative possibili soluzioni. I relatori hanno condiviso un obiettivo comune: affrontare le sfide ambientali senza estremismi, attraverso comportamenti individuali consapevoli, investimenti mirati e innovazione tecnologica.
Alessandro Pezzoli ha ricordato come il cambiamento climatico sia ormai un’evidenza che richiede impegno immediato e ricerca di soluzioni, sottolineando che “non è mai troppo tardi” per adottare pratiche virtuose e ridurre gli effetti del surriscaldamento e dell’innalzamento del mare che sono notevoli sui fenomeni atmosferici di tutto il continente, molto più violenti e imprevedibili.
Nicolò Cavina ha posto l’accento sulla necessità di tradurre le parole in scelte concrete, sia a livello individuale – riducendo sprechi e consumi – sia attraverso investimenti pubblici strutturali sulle tecnologie che utilizzano energie alternative, come il gommone a idrogeno brevettato dal suo team di Unibo che ha appena vinto un prestigioso premio al Monaco Energy Boat Challenge 2025
Sabrina Lo Brutto ha illustrato quali conseguenze ha il cambiamento climatico sulla fauna e la fora mediterranea ribadendo l’importanza di promuovere una cultura della sostenibilità che unisca scienza, consapevolezza e fiducia nelle nuove generazioni, capaci di sviluppare e diffondere tecnologie a basso impatto, ma anche nella natura stessa capace, a patto di essere rispettata e aiutata, di trovare nuovi equilibri.
Caterina Banti, infine, ha testimoniato come il cambiamento climatico abbia significativamente influito sulle regate, rendendo le condizioni meteo imprevedibili, e ha lanciato un appello alla responsabilità personale, denunciando il rischio di deresponsabilizzazione: “Dire ‘non è un problema mio’ è il modo più veloce per non andare da nessuna parte”. Ha invitato tutti a diventare ambasciatori di comportamenti sostenibili, ricordando che ogni azione – anche la più piccola – genera conseguenze che si riflettono sull’intera comunità.
“Abbiamo la fortuna di portare il nome dell’Italia nel nostro brand, e vogliamo che ogni componente, ogni fibra, ogni finitura parli la lingua del nostro saper fare"
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