Se non fosse per lo spessore economico di un po’ tutti i protagonisti, la sceneggiata confindustriale di Nautica Italiana, il manipolo di "capitani coraggiosi" fuoriusciti da Ucina, potrebbe anche ricordarci, nella sua scenografica rappresentazione, un po’ il buon Aronne Piperno, che il Marchese del Grillo si rifiutava di pagare.
Ecco forse l’estrema sintesi di quanto sta accadendo tra Ucina e i grandi cantieri di Nautica Italiana, semplicistica, ma tanto più vera: i big della nautica non vogliono più pagare per i piccoli. Manca lo spirito democratico di rispettare le decisioni della maggioranza, attacca Ucina. Non sapete bilanciare correttamente le iniziative a supporto della piccola nautica e di quella di grandi dimensioni, ribattono da Nautica Italiana.
Certo i fuoriusciti sono il gotha della nautica. Altre aziende, altre linee d’azione, altre politiche. Hanno torto? Ragione? Chi siamo noi per saperlo!
Notiamo, però, che Confindustria ha dato un bell’altolà ai novelli Marchesi del Grillo, respingendo la loro richiesta, presentata lo scorso ottobre, di entrare in Confindustria come associazione del settore nautico. “Lo Statuto confederale – si legge in una nota - non consente, infatti, la coesistenza all'interno del sistema di associazioni che operano nello stesso settore. La decisione assunta è conseguenza delle verifiche effettuate che confermano Ucina come la associazione di imprese nautiche che ha maggiore rappresentatività”.
La reazione non si è fatta attendere, ed è perfettamente in linea con lo stile dell’amato Marchese, la cui vita ruota intorno all’assioma “io so io e voi non siete ……”. Tutti via da Confindustria e un nuovo salone nautico da tenersi a maggio in Toscana tra Versilia e Marina di Carrara aperto all'intero settore.
Ovviamente il tutto accade a poche ore dalla presentazione del Salone di Genova.
Nautica Italiana, ringrazia già la giunta Rossa della Toscana, mentre l’Azzurra Liguria fa quadrato intorno ad Ucina. Se la politica avesse ancora un senso dovrebbe essere l’esatto contrario. E anche se la logica avesse ancora una ragion d’essere, mi sovviene che l’inizio dell’autunno è il periodo migliore per vendere le grandi barche e maggio quello che per acquistare una piccola imbarcazione per l’estate imminente. Ma oramai siamo al muro contro muro. Scusate.. prua contro prua, perché qui le mura a dritta non ce l’ha nessuno. Tranne Cannes, ovviamente, che allegramente ci sfilerà con il vento in poppa grazie al grande spazio che le stiamo cedendo.
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