Battesimo e presentazione informale oggi durante l’assemblea di Federagenti (la Federazione Nazionale Agenti Marittimi) per la “casa comune del mare e dei porti” in seno a Confcommercio. Ad anticiparlo è stato il presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, che è stato nominato coordinatore nazionale di Confmare (Cino Milani di Fedepiloti vice coordinatore). Non una nuova associazione o una confederazione, ma un soggetto chiamato a coordinare l’intera filiera di operatori e imprese che agiscono sul mare, nei porti e nella logistica connessa. L’annuncio è giunto al termine di una affollatissima assemblea natalizia di Federagenti che ha acceso i riflettori non solo sullo stato dell’arte della riforma portuale, ma anche su alcune realtà ad alto rischio della portualità italiana: Gioia Tauro, Venezia e Taranto.
Per quanto riguarda Gioia Tauro, è emersa con forza l’esigenza (sostenuta dal Presidente degli Agenti Marittimi della Calabria, Michele Mumoli) di garantire al più importante hub italiano di transhipment dei container normative e regole del gioco che gli consentano di competere ad armi pari con la concorrenza mediterranea ed europea. Su un tema scottante come quello sintetizzato nel titolo “il porto della cocaina”, che è diventato slogan su Gioia Tauro, è emerso come le navi che scalano nel porto calabro, siano oggetto di 1200 ispezioni al mese (per oltre 15 mila all’anno) contro le 7 ispezioni all’anno del Pireo, con effetti non tanto sulla capacità di intercettare traffici di stupefacenti, ma di limitare fortemente l’efficienza e rendere meno competitivo il porto.
Da un argomento border line all’altro: Venezia e il suo destino di città-porto. Sia l’Assessore del Comune di Venezia Simone Venturini, sia il Presidente degli Agenti Marittimi del Veneto, Alessandro Santi, e il Presidente dell’Autorità Portuale di Sistema, Pino Musolino, hanno respinto nettamente l’idea che Venezia possa rinunciare al suo porto e vivere un futuro di città-museo. I numeri parlano chiaro: il porto di Venezia che è strategico per un’area industriale come quella veneta, che ha un peso produttivo pari all’intera Baviera, occupa 14.000 addetti a Porto Marghera, 2000 a Chioggia, 4500 nel solo settore crociere, 1034 imprese. Questo sistema è irrinunciabile. Per quanto riguarda le crociere, dove Venezia ha perso 300.000 passeggeri in un anno, la rinuncia delle crociere provocherebbe la scomparsa delle navi passeggeri in tutto il “mare-lago” dell’Adriatico.
Per quanto riguarda Taranto, città anche culturalmente per decenni vincolata a un concetto di industria e funzione pubblica (dalla Marina militare alla siderurgia), è chiamata oggi a una trasformazione epocale. Trasformazione di approccio che riguarda (come sottolineato dal Presidente degli Agenti Marittimi di Taranto, Marco Caffio) gli imprenditori privati così come l’Autorità di Sistema Portuale presieduta da Sergio Prete. Il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha sottolineato l’importanza di una vera e propria rivoluzione che consenta di cogliere ogni opportunità anche schiusa dalla Zes, Zona economica speciale, che dovrebbe essere finalizzata a radicare a Taranto attività industriali private che possano approfittare anche delle opportunità poste in essere dal porto.
Le conclusioni sono state affidate a una tavola rotonda che ha evidenziato in modo drammatico la sotto-valutazione del valore dei porti da parte del sistema Italia (opinione pubblica così come politica). Zeno D’Agostino ha definito assurdo e incomprensibile il fatto che il tema della portualità non rientri nella consapevolezza dei vertici politici e di una Presidenza del Consiglio, quando in considerazione del valore strategico ed economico i porti dovrebbero almeno occupare il 10% del tempo del presidente del Consiglio di qualsiasi governo.
Ivano Russo, consigliere del ministro dei Trasporti, ha sottolineato come questo assurdo si perpetui nonostante che il 67,7% delle materie prime di un paese come l’Italia che occupa i vertici delle potenze industrializzate e porti garantiscano allo Stato un gettito annuale di 15 miliardi di euro. Russo, che ha definito “ridicole” e “una boiata” le proposte di Spa portuali (che vivono, in quanto pubbliche, gli stessi vincoli di una Autorità di Sistema), ha invitato il settore a concentrare gli sforzi sui provvedimenti (35 su 37 varati che vanno trasformati in fatti). Fra queste le nuove norme “rivoluzionarie” sui dragaggi con la trasformazione del concetto dei “fanghi” in “detriti” con una semplificazione delle procedure di smaltimento.
Alle ore 8. 02’ 46’’ di oggi, venerdì 27 giugno, dopo circa 145 miglia percorse, il maxi 100’ ARCA SGR timonato dallo skipper triestino Furio Benussi con il Fast and Furio Sailing Team, ha tagliato per primo in tempo reale
Innovazione, performance ed efficienza rappresenteranno il nuovo progetto sportivo di Ferrari che con Hypersail molla gli ormeggi verso la vela oceanica. Un progetto che si presenta come una sfida tra tradizione a innovazione tecnologica
Tre prove portate a termine dalle due flotte con vento dai 7 ai 11 nodi. Le prime classifiche: subito i favoriti in evidenza, ma occhio alle sorprese
Il Vismara Momi 80 di AngeloMario Moratti e Nicola Minardi de Michetti ha tagliato il traguardo alle 17.15'45’, il Farr 52 Lucifero di Giordano Cardini e Nanni Lombardi alle 17.53’18’, e il 50’ K9 dell’armatore Gianluca Giurlani alle ore 19. 22’36’’
La cerimonia di apertura del Campionato Italiano Assoluto di Vela d’Altura Edison Next a Capo d’Orlando, in Sicilia. Regate dal 25 al 28 giugno: 33 barche in corsa per i titoli italiani
La prima fase di regate ha registrato numeri da record: 131 atleti iscritti nei WASZP, la partecipazione più alta di sempre alla Foiling Week per questa categoria, e 32 barche in acqua per la flotta Switch One Design, la più numerosa mai riunita in regata
Doppio podio della Liberi nel Vento che ha partecipato con tre equipaggi: Tommaso e Matteo Ferranti, Luna e Giovanni Di Biagio (nella foto), Claudia Benzoni e Daniele Malavolta
Presentati i risultati concreti raggiunti nell’ambito delle partnership trasformative per una pesca più sostenibile, per la salvaguardia degli oceani e per la tutela dei diritti umani lungo tutta la filiera produttiva.
Una sfida atlantica che vedrà Luca Rosetti navigare inizialmente in doppio con Matteo Sericano, per poi affrontare in solitaria il ritorno: una prima assoluta che segna l’esordio in oceano aperto del navigatore italiano e della sua barca
Dei circa 12 mila pescherecci presenti in Italia, i 2 mila cosiddetti a strascico durante le attività di pesca ogni anno raccolgono circa una tonnellata di rifiuti che non possono però depositare a terra, se non a proprie spese