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VOLVO OCEAN RACE

VOR, virate vietnamite

vor virate vietnamite
redazione

Vela, Volvo Ocean Race - Dopo undici giorni e oltre 2.500 miglia di navigazione, le prime cinque barche sono separate di poche decine di miglia, mentre stanno per affrontare le ultime, decisive 500 verso il traguardo di Sanya. I primi team nella notte hanno raggiunto la costa vietnamita, gli spagnoli di Telefónica mantengono la leadership ma il gioco si fa duro, con continue virate in condizioni difficili, soprattutto perché gli uomini hanno già sulle spalle tanti giorni di fatica. I francesi di Groupama non mollano, inseguono da presso gli spagnoli quando mancano solo 430 miglia al traguardo ma si guardano anche le spalle dalla minaccia di CAMPER che dimostra ottime performance in questa andatura.

Gli spagnoli di Team Telefónica sono stati i primi a raggiungere la costa del Vietnam e al rilevamento di oggi alle 13 GMT mantengono un vantaggio di poco più di nove miglia sui francesi, e poco meno di 12 su CAMPER with Emirates Team New Zealand che ha continuato a guadagnare in maniera costante, nella zona dove i team sono chiamati a un lavoro extra, virando in media ogni ora, fra banchi di sabbia, numerose barche da pesca e una corrente contraria piuttosto forte.

Da parte loro, gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG hanno ancora queste poche centinaia di miglia per provare se la loro coraggiosa opzione sia stata positiva o meno, questa mattina però Mar Mostro si è trovata in una zona di vento leggero e l’atteso giro del vento a destra non è arrivato. Da bordo di PUMA lo skipper Ken Read stamane in un contatto con il quartier generale della regata ad Alicante è sembrato più pessimista, ma il team americano deve aver ricominciato, se non a sorridere almeno a vedere le cose in maniera meno grigia, alla lettura delle ultime posizioni che danno un recupero di ben 24 miglia. Attualmente, PUMA sta lottando con Abu Dhabi Ocean Racing per la quarta piazza. Notizie buone, arrivano finalmente anche da Team Sanya che ha recuperato ben 21 miglia nelle ultime ore, avvicinandosi agli avversari e al porto “di casa”.

Tutti i team, nelle ultime 24 ore, comunque hanno combattuto con venti di prua sui 25 nodi ma soprattutto con una mare “cattivo”, onde corte e ripide create dai bassi fondali del mar cinese meridionale, dove nell’edizione 2008/2009 della Volvo Ocean Race furono numerose le rotture e i danni, la storia che più si ricorda è quella di Ericsson 3 ma anche Green Dragon fu rallentato da un problema tecnico proprio in queste acque.

Un fatto di cui certo si ricorda bene Ian Walker, oggi skipper di Abu Dhabi, che ha confessato onestamente che vorrebe che la bolina finisse in fretta dopo aver subito una collisione con un oggetto galleggiante durante la notte. “Ok, lo ammetto, ne ho abbastanza di navigare di bolina!” Ha detto l’olimpionico britannico. “Purtroppo abbiamo ancora circa 250 miglia prima di poter mollare le scotte e puntare direttamente su Sanya. Qualcosa ha colpito sia la deriva che il timone stanotte e sono stato felice di sapere da Junior (il timoniere Andrew Lewis) che non era successo nulla di grave. Vista la quantità di tronchi, pezzi di legno e altri detriti penso che siamo stati fortunati ad uscirne indenni.” Walker ha anche confermato che il team sta tenendo sotto controllo la situazione di PUMA per vedere se la loro opzione darà frutti, e se gli americani potranno mettere in pericolo la loro quarta piazza attuale. “Sarà interessante vedere cosa succede nelle prossime 10 ore, per capire come PUMA uscirà dalla strategia di andare a est. Per il momento sembra un pari con CAMPER.”

Da bordo della barca battistrada, Telefónica il navigatore Andrew Cape ha detto che l’equipaggio comincia ad accusare gli effetti di quasi due settimane di stress non stop, ma che il morale resta comunque alto. “Abbiamo tanto cibo ma ci manca il riposo, è dura, un sacco di virate e non è ancora finita. Vediamo la luce in fondo al tunnel e in Cina ci sarà molto tempo per recuperare le forze.” Cape ha confermato che la strategia adottata dal team è di controllo sugli avversari. “Bisogna scegliere bene dove virare e l’angolo giusto, perché se si vira troppo presto si potrebbe finire nella corrente contraria. Alla fine si va dove si crede sia meglio e si controllano gli altri, per modificare la strategia, per mantenere il vantaggio che si ha.”

Lo skipper di CAMPER Chris Nicholson, invece ha confessato che da quando si naviga vicino alla costa del Vietnam la direzione da prendere non è una cosa così ovvia. “E’ una delle situazioni tattiche più compicate che io abbia visto. Di solito ci sono barche che usano un certo salto di vento, ma qui abbiamo avuto giri d’aria progressivi creati dalla orografia della costa, uniti alla corrente e alle reti da pesca. Un campo minato, è difficile capire da che parte andare. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro, ma forse altri stanno ancora combattendo contro questa situazione.” Tuttavia Nicholson prevede che ci sarà ancora molto lavoro per il team una volta che CAMPER lascerà la costa e entrerà in una zona di brezza e di correnti più forti. “Stanotte ci sarà da fare, quando lasceremo la costa saremo nella parte più a sud est del Vietnam e sarà come doppiare un capo, con tanto vento e mare incrociato.” Secondo Nicholson, ci vorrebbe un errore da parte di Groupama per poter raggiungere il team francese. “E’ dura, sono veloci, forse abbiamo velocità uguali, forse noi siamo un po’ più veloci con queste condizioni, non so. Penso ci siano delle chance, con ventone se scegli una vela  sbagliata puoi perdere tante miglia. Speriamo di arrivare a soffiargli sul collo, ma dobbiamo guardarci anche da Abu Dhabi e PUMA.”

Erwan Israel, timoniere a bordo di Groupama 4 ha confermato che le continue virate stanno affaticando molto l’equipaggio, che spera di poter presto far rotta al largo e navigare in linea retta, con meno manovre. “Navighiamo al traverso della costa e aspettiamo un salto a sinistra. È faticosissimo. Abbiamo meno corrente sottocosta, ed è il motivo per cui abbiamo deciso di stare a ovest di CAMPER. Speriamo di virare fra due circa due ore.” Israel ha detto che malgrado gli avversari non fossero visibili, c’era molto altro da guardare. “Abbiamo 150 barche in vista… ma sono tutti pescherecci vietnamiti, nessun segno di Telefónica e CAMPER.”
Al rilevamento delle ore 13 GMT Team Telefónica in prima posizione a meno di 430 miglia da Sanya, in seconda i francesi di Groupama 4 a 9,1 miglia e, in terza gli ispano/neozelandesi di CAMPER with Emirates Team New Zealand a meno di 12 miglia dai battistrada.  Abu Dhabi Ocean Racing è quarto a 33,8 miglia. Gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG, a 48,7 miglia e insieme a Team Sanya, sesto a 229  miglia, sono stati gli autori del miglior recupero con 24 e 21 miglia rispettivamente.

 
Classifica provvisoria 2 febbraio 2012 ore 13 GMT (14 ora italiana):
1. Team Telefonica 429,4 miglia da Sanya
2. Groupama sailing team,+9,1
3. CAMPER with Emirates Team New Zealand, +11,8
4. Abu Dhabi Ocean Racing, +33,8
5. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +48,7
6. Team Sanya, +229,1


02/02/2012 20:51:00 © riproduzione riservata






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