martedí, 16 settembre 2025

TURISMO

TURISMO - Genova: in Fiera c'è Antiqua, fino al 6 febbraio

Un appassionante viaggio nell’antiquariato, in un mix di epoche e di stili con proposte di arredi, dipinti, sculture, tappeti, oggetti d’arte, argenti, gioielli e libri, e una finestra sulla storia e su tecniche dimenticate. E’ cosi che si annuncia, a tre giorni dall’apertura, la diciassettesima edizione di Antiqua - Mostra mercato d’arte antica in programma alla Fiera di Genova da sabato 29 gennaio a domenica 6 febbraio. Stamattina la presentazione al Museo del Risorgimento, con gli interventi del direttore del Museo Raffaella Ponte, del presidente Fiera Paolo Lombardi, del presidente del Rotary Club Genova Centro Storico Giambattista Oneto e delle organizzatrici della rassegna Claudia Mantero e Tiziana Tentori di Symposium.

Antiqua fa il suo ingresso per la prima volta nel piano superiore del nuovo padiglione Blu disegnato da Jean Nouvel e lo fa con un nuovo allestimento, contraddistinto da un grande portale d’ingresso e da stand delimitati da colonne color avorio e dall’interno nero, avorio o bordeaux su moquette grigio scuro. Una scelta estetica di grande eleganza che valorizza i pezzi esposti da sessanta selezionati antiquari provenienti da tutta Italia. Moltissime le presenze confermate tra le quali si inseriscono intriganti novità. Tra queste ultime la proposta di una nota libreria antiquaria genovese che ai visitatori di Antiqua presenterà una biblioteca di fine ‘800, con librerie d’epoca a ospitare preziose pergamene antiche del ‘300, codici miniati, volumi rilegati in pelle dell’’800 e volumi sulla storia del Risorgimento italiano ma anche documenti autografi di Gaetano Donizetti e di Gabriele D’Annunzio.

Ampia la scelta di dipinti, tra gli annunciati una rarissima testimonianza dell’arte genovese della fine del ‘400, la Madonna con Bambino in trono, angeli e donatori di Lorenzo Fasolo (Pavia 1463ca. – Genova , ante 1518), commissionata dal nobile Leonardo Cibo per l’altare maggiore delle Povere di San Silvestro. Esposta presso le sale del museo di Palazzo Bianco di Genova sino al 1901, fu poi ritirata dagli eredi di Paola Solari Bisso, fu venduta e arrivò nella collezione Spiridon per essere poi rivenduta in un’asta ad Amsterdam nel 1929. L’opera è un significativo tassello del percorso artistico del pavese Lorenzo Fasolo, personalità attiva nel 1490 a Milano presso la corte sforzesca e cinque anni dopo operante a Genova, dove aprì stabilmente una propria bottega, come testimonianza la sua iscrizione al 21° posto della locale matricola artis pictorie et scutarie. In breve tempo l’artista riuscì ad avere un ruolo di primo piano tra gli artisti genovesi come Giovanni Mazone, Carlo Braccesco, Nicolò Corso e Ludovico Brea ma di lui rimangono però purtroppo esigue testimonianze concrete, nessuna delle quali attualmente conservata in musei genovesi. La tavola, qualitativamente uno degli esiti più elevati dell’intera produzione dell’artista, rappresenta un fondamentale esempio del clima culturale che contraddistinse il territorio genovese dai tradizionali modelli primo quattrocenteschi e fortemente rivolto, anche grazie al contributo del Fasolo verso il pieno Rinascimento. Numerose le opere di autori liguri di nascita o di elezione, da Evasio Montanella all’iniziatore della “Scuola dei Grigi” di Carcare Serafino De Avendano, da Gaetano Previati ad Antonio Discovolo con una bella veduta di Bonassola a due tele anni ’20 di Sexto Canegallo per finire con Pompeo Mariani e Antonio Varni. Sul piano nazionale l’attenzione si concentra, tra gli altri, su Giovanni Boldini, noto per le sue figure femminili, e su Domenico Induno, sul napoletano Antonio Mancini e sul piemontese Alessandro Lupo.

Sempre per gli appassionati di tradizioni genovesi, da segnalare tra gli arredi un comò Luigi XIV a due cassetti e due cassettini di forma mossa, lastronato sul corpo e sul piano in legno di viola e legno di rosa con il motivo del quadrifoglio Genova della prima meta' del XVIII secolo, un bureau Luigi XIV di forma mossa a tre cassetti piu' due, piano scrittoio estraibile, lastronato in radica di tuja arricchito da cornicette in legno ebanizzato e decorazioni alla "Berain" Genova della prima meta' del XVIII Secolo, un bureau Luigi XV a doppia mossa, a due cassetti piu' due, lastronato in legno di viola e legno di rosa decorato con il tradizionale motivo del cuore Genova della meta' del XVIII secolo. E poi ancora una specchiera Luigi XV in legno intagliato e dorato a motivi di "pellacce", ma anche per andare a epoche più recenti "Camogli" e "Reti a san Fruttuoso", due opere di Romolo Pergola (sua la pittura della volta della chiesa di S. Antonio a Boccadasse), produzioni del suo lungo periodo camogliese. Saltando nel contemporaneo desterà certamente la curiosità degli appassionati “Sellette Perlione”, un mobile scultura in marmo bicolore, bianco e nero, firmato da Ettore Sottsass nel 1986, in piena epoca “Memphis”, il gruppo da lui formato all’inizio degli anni ’80 insieme ad altri architetti e designer di fama internazionale del calibro di Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele de Lucchi, che produrrà negli anni oggetti di grande valore simbolico ed emotivo, quasi disgiunti dalla funzione.

Tra i tappeti due pezzi di grande valore, già pubblicati sulla rivista Hali, la più prestigiosa rivista specializzata del settore a livello internazionale. Il primo è un raro tappeto in seta grezza di area tibetana, unico nel suo genere, con un elegantissimo drago in stile Ming, databile con certezza ai primi del '900, ma non è da escludere un'attribuzione anteriore, l'altro un bellissimo tappeto cinese di Ningxia con un'elegante grata a collare di nubi, con il simbolo della longevità, e una bordura a cassettoni contenenti delle losanghe con all'interno il dorje, o vajra*, il tappeto è attribuibile al 1700. Non mancheranno i grandi classici, i turcomanni, qualche anatolico e alcuni caucasici, oltre a degli interessanti tessuti di Kaitag. Si tratta di tessuti ricamati in seta prodotti nella regione caucasica del Daghestan tra il XVII e il XIX secolo, realizzati dalle donne dei villaggi, usati dalle famiglie in occasione della nascita, del matrimonio e della morte dei propri membri e tramandati di generazione in generazione, in poche centinaia di esemplari, come patrimonio familiare. Da non dimenticare un tappeto di Julkhyr di area Uzbeka della metà dell'800 con un raro disegno che prende ispirazione dai tessuti di Ikat.

Da collezione la pendola scheletrica a lira Luigi XVI in bronzo dorato e marmo bianco finemente decorata, con quadrante firmato Furet à Paris e la pendola “Africa” in bronzo dorato patinato, parte della serie "Bons Sauvages", che raffigura una cacciatrice nera con un leopardo in bronzo dorato, la base decorata con amorini regge su sei piedi. Di epoca direttorio è stata realizzata in Francia su disegno del bronzista Jean Simon Deverberie.

E’ tutta genovese anche la riscoperta della ceroplastica, l’arte antica di modellare la cera per riprodurre fedelmente la natura. Una tecnica sofisticata che presuppone competenze e abilità assolutamente uniche. Nata nel ‘600 a scopo puramente estetico, nel ‘700 assunse un ruolo scientifico importantissimo nella preparazione di modelli anatomici e botanici per lo studio della medicina e delle scienze naturali. Nell’’800 Luigi Calamai diede vita alla prima “Carpologia** dimostrativa italiana”, una collezione di 160 frutti di cera; alla fine dell’800 questa disciplina conobbe il suo massimo splendore con il maestro Francesco Garnier Valletti che si dedicò esclusivamente al modellismo pomologico. Oggi, grazie a una passione nata solo pochi anni fa e corroborata dallo studio di antichi libri e pubblicazioni, Paola Nizzoli ha il merito di aver ridato vita alla “pomologia”, la creazione di nature morte tridimensionali. Agrumi e melograni più veri del vero, una straordinaria collezione di quasi duecentocinquanta pezzi, realizzate in cera naturale con migliaia di sfumature cromatiche, che i visitatori di Antiqua potranno ammirare in anteprima assoluta in attesa che l’artista realizzi il suo sogno: riprodurre le nature morte e le decorazioni dei quadri di Palazzo Rosso e di Palazzo Spinola di Pellicceria.

Dalle Italie all’Italia, Viaggio verso il Tricolore attraverso le bandiere degli Stati preunitari

Cogliendo l’occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il Rotary Club Genova Centro Storico presenta una importante mostra di bandiere che documenta la situazione al momento del passaggio tra i singoli Stati e lo Stato Unitario, articolandosi in due sezioni: una prima dove vengono presentate le bandiere degli Stati esistenti prima dell’Unità, ed una seconda con le vedute delle Città Capitali dei singoli Stati.

Si potranno quindi vedere esposte le bandiere del Regno di Sardegna, del Regno Lombardo Veneto, dello Stato Pontificio e degli altri Stati, affiancati alla prima versione del Tricolore Italiano, ogni bandiera sarà accompagnata dalla descrizione e da un commento storico per meglio comprendere le vicende che hanno portato ad adottare tale bandiera.

Nella seconda sezione saranno esposte delle incisioni originali con vedute delle Città capitali dei singoli Stati e quindi vedute di Torino, Roma, Firenze, Venezia, Modena, Parma e delle altre città, anche in questo caso ogni veduta avrà una tavola di commento sia per la descrizione della tavola, sia per il commento storico del passaggio dai singoli stati allo Stato Unitario. Le riproduzioni delle bandiere saranno messe in vendita e il ricavato devoluto al “Comitato Unità Nuova” per il progetto “Centro Storico Ragazzi” finalizzato all’accoglienza e all’integrazione sociale dei giovani del centro storico di Genova.

Antiqua sarà aperta nei due finesettimana dalle ore 10 alle 20, da lunedì a venerdì dalle 14 alle 20. Il biglietto d ingresso costa 12 euro, 8 Euro il ridotto.


02/02/2011 12:41:00 © riproduzione riservata






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