Vela, Transat Bretagne Martinique - Ammettiamo di aver trascurato questa Transat della Classe Figaro che sta portando la “crème de la crème” dei figaristi dalla Bretagna a Fort de France, in Martinica. Una regata in acque interne… in pratica, con tutti gli skipper di nazionalità francese, ad eccezione di una bionda norvegese, Kristin Songe Moller, che però ha abbandonato con la sua barca senza sponsor. Neanche un salmone affumicato sulla prua per “Sponsor Me”, segno che la strategia di Nannini (ricordate Financial Crisis?) non paga nemmeno nei paesi nordici. Peggio che in Italia! Il problema è tutto nostro, della stampa e della scarsa cultura sportiva dell’italiano medio. Se la vela non fa notizia al di fuori dei giornali specializzati, gli sponsor non arrivano. In Francia questo avviene ed allora saltano sulle barche le banche, la grande distribuzione e perfino le fabbriche delle tende da sole. Da noi a bordo saltano solo i sorci…. e non è un modo di dire, almeno per chi ormeggia la barca alla foce del Biondo Tevere. Ritornando alla Transat dei Figaro, mancano meno di 300 miglia all’arrivo e i primi non devono fare altro che seguire una lunga linea diritta fino al traguardo. Vento di circa venti nodi, mare piatto tutti con mura a sinistra, in una situazione che dovrebbe protrarsi fino all’isoletta di Cabrit. In testa c’è Erwan Tabarly (Armour Lux - Comptoir de la Mer) che non può che essere soddisfatto di questa situazione. “Non potrei essere messo meglio. Sono esattamente tra i miei avversari e l’arrivo con 45 miglia di vantaggio. Diciamo che sono fiducioso per il futuro”. Erwan non è certamente un fanfarone, proprio per il suo carattere schivo, ma è veramente in una posizione ideale. “Non mi aspettavo questo scenario. Tutte le ultime transat che ho fatto si sono giocate in pochi minuti. Qui, a 24 ore dall'arrivo, ho circa 40 miglia di vantaggio. E’ straordinario. Sto iniziando a godere.” Solo un problema tecnico potrebbe impedire la sua vittoria a Fort de France. Ma da saggio marinaio rimane cauto. "Io sono diffidente. Un problema anche minore può ancora accadere. Faccio attenzione a non strappare il mio spinnaker e guardo sempre davanti per vedere cosa c’è in acqua”. E’ comprensibile. Non è più dei suoi inseguitori che ha paura ma del caso. E siccome facendo qualche calcolo ha notato che se dietro di lui andassero due nodi più veloce lo potrebbero riprendere, si guarda bene dal dire che ha vinto.
Nella sua scia, poi, non ha certo un avversario di primo pelo. C’è Gildas Morvan, il gigante buono, che è un’istituzione tra i Figaro con il suo Cercle Vert, e che è seguito a sole 7 miglia da un altro tipetto da prendere con le molle, Fabien Delahaye (Macif), che ieri sera ha avuto anche la fortuna di un buon salto di vento a destra che gli ha consentito di proseguire diritto senza nemmeno il bisogno di strambare. “Ho avuto la prua messa meglio di quella di Gildas – ha sottolineato questa mattina Fabien – e mi sono giocato quella carta”. Ci vorrebbe però un’altra spintarella del destino, perché Fabien sa, essendo sotto, che Cercle Vert ha un migliore angolo di discesa verso la Martinica e che questo sarà ancora più vero tra qualche ora, quando gli alisei arriveranno da est-sud-est. In ogni caso darà ovviamente tutto e ha detto di non guardare altro che il waypoint che ha impostato dove intende arrivare nel minor tempo possibile.
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