Forse Mahmud Ahmadinejad non vede l'ora che Oracle issi a poppa la sua bandiera a stelle e strisce di fronte alle sue coste per inviare le sue motovedette a mitragliare gli odiati americani o forse ha altre gatte tutte indigene da pelare al momento. Forse i pirati preferiranno assaltare direttamente Oracle o forse continueranno a preferire un più consistente cargo che trasporti componenti elettroniche. Questo non lo sappiamo, ma sappiamo per certo che negli Emirati si stanno "inquietando" come bisce per le esternazioni di Oracle che contesta la scelta di Ras Al Khaimah, agitando le spettro della poca sicurezza. Oltre alla stampa locale che da ampio risalto alla querelle sollevata da Larry Ellison, ha preso posizione anche l'Autorithy per gli Investimenti di Ras Al Khaimah:" La sicurezza nel mare degli Emirati Arabi Uniti che ospiteranno le regate della 33ma America's Cup non è in discussione - ha tuonato dalle pagine del The National - Ricordiamo a chiunque si dimostri preoccupato (Larry Ellison ndr) che Ras Al Khaimah è parte sovrana degli Emirati Arabi, che sono riconosciuti internazionalmente come Paese pacifico e stabile. L'America's Cup è un evento importantissimo per noi e assicureremo tutta la sicurezza necessaria, in collaborazione con la Polizia e il Governo Federale". Un out out secco dato da chi ha in mano i cordoni della borsa di questo emirato (uno dei setti confederati nella EAU) e decide chi, come e quanto può investire sul sacro suolo del "Tetto del mondo"(traduzione letterale di Ras Al Khaimah). E sia Bmw sia Oracle hanno già notevoli interessi in questo emirato che, già con il solo effetto annuncio della disputa della 33ma Coppa America, ha focalizzato su di se l'interesse di mezzo mondo. Piccolo particolare è che qui si investe solo al 49%. La maggioranza delle azioni di una società deve essere sempre in mano ad un'impresa locale. Il business c'è ed è in espansione in molti settori. Qui siamo già in pieno boom immobiliare nemmeno tanto frenato dalla recessione che ha colpito i paesi occidentali, ma è evidente come la vetrina di un evento così prestigioso possa attirare nuovi investimenti e nuovo sviluppo e chi rema contro non può essere visto di buon occhio. A Ras Al Khaimah lo sceicco Saud bin Saqr Al Qasimi ha varato nel 2003 un piano di sviluppo nazionale, il "Ras Al Khaimah-Top of the Emirates", dove sono già confluiti un miliardo di dollari di investimenti, con il dichiarato scopo di attirare capitali stranieri su attività chiave per l'economia locale, quali il settore immobiliare, il turismo d'élite e l'industria. E alla testa di tutto questo piano di sviluppo c'è proprio l'Authority per gli investimenti di Ras Al Khaimah. Relativamente al turismo, uno degli obiettivi principali dell'Authority è quello di "promuovere e co-finanziare progetti turistico-residenziali galleggianti" costruiti su palafitte, ovvero proprio quello che realizzeranno per ospitare la33ma America's Cup. Ville e appartamenti costano veramente poco e sono quasi tutte realizzate a ridosso dei 60 km di spiagge bianchissime che caratterizzano l'Emirato. Americani, inglesi, tedeschi, svizzeri, iraniani e indiani hanno già scoperto questo pacifico emirato che gode di un clima subtropicale, Nello scorso mese di febbraio - ritornando alla Coppa - che è il più freddo e piovoso dell'anno, la temperatura minima è stata di 12,9 gradi, la massima di 25,9 gradi. I mm di pioggia sono stati 35,7 ripartiti in 3,3 giorni di maltempo. E il vento è una brezza leggera, l'ideale per il catamarano di Alinghi, un po' meno per il maxi-tri di Oracle. Ma questo, e non a norma di Deed of Gift, Ellison non lo può dire.
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