Sembra una storia ai limiti dell’incredibile e presa di peso da un film horror di terz'ordine. Stefan Ramin, velista tedesco 40enne, di Amburgo, è stato ucciso e probabilmente mangiato da cannibali nel Pacifico del Sud. "Nessuno può credere a quello che è successo, è una cosa mai successa, è la prima volta, è orribile”. Così ha farfugliato alla stampa Deborah Kimitete, il vice sindaco di Nuku Hika, l’isola principale delle Marchesi dove sarebbe avvenuta l’aggressione.
A mettere su questa incredibile pista gli investigatori dei Territori d'Oltremare francesi sono stati i resti umani trovati nell'isola, una settimana dopo che erano iniziate le ricerche di Stefan Ramin, scomparso durante un’escursione con una guida locale, Henri Haiti. Domenica 9 ottobre i due erano partiti per fare un giro nelle zone più interne dell’isola. Sul suo blog Stefan aveva postato commenti sulle danze rituali inscenate dagli indigeni commentando come “ i suoni, i tamburi, le danze ti toccano direttamente e quando tutti indossano i loro costumi e i guerrieri sono completamente dipinti uno può effettivamente pensare che potrebbe essere presto arrostito sul fuoco».
Ma da questa gita indietro era tornato solo la guida, chiedendo alla ragazza di Stefan, Heike Dorsch, di seguirlo perché si era verificato un incidente e c'era bisogno del suo aiuto. Era però una trappola. La ragazza ha dichiarato poi agli inquirenti di essere stata legata ad un albero e violentata. Liberatasi, non si sa come, Heike è riuscita ad avvertire la Polizia che ora è sulle tracce di Henri Haiti, ovviamente irreperibile.
Nel corso delle ricerche sono stati trovati i resti che per ora sono attribuiti a Stefan Ramin. In una radura c’erano resti di un bivacco e di un fuoco, con ossa, pezzi di vestiti, frammenti di metallo fuso e di una protesi dentaria, che ha consentito di riconoscere il turista tedesco, anche se è ancora in corso, a Parigi, il test completo del Dna sui reperti ritrovati. La coppia era partita nel 2008 ed era arrivata a settembre a Nuku Hiva, isola che tante storie ha ispirato a Herman Melville.
In passato le isole, che per i conquistadores erano luoghi selvaggi e pieni di insidie, erano popolate dai famosi Taipì (cannibali) e quindi per molti secoli furono volutamente evitate dai colonizzatori occidentali.
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