Si è tenuto questa mattina, presso la sede di Confindustria Genova, il convegno dal titolo "Navaltex 2.0 - Rete di imprese tessili e nautico-navali per lo sviluppo di materiali e prodotti innovativi" che aveva l'obiettivo di presentare il progetto sviluppato da UCINA- Confindustria Nautica, Unione Industriale Biellese, RINA, Confindustria Genova e Unione Industriale Pratese.
Il progetto Navaltex è stato lanciato nella primavera 2008 grazie alla collaborazione fra l'Unione Industriale Biellese e il RINA, il Registro Italiano Navale, che hanno creato per la prima volta un tavolo di lavoro e una rete di contatti fra il settore nautico-navale e le aziende del distretto tessile biellese. Il progetto Navaltex 1.0 è il risultato di un tavolo di lavoro che ha individuato 4 temi in cui l'innovazione nella costruzione navale passa attraverso prodotti high tech del settore tessile: dagli arredi di bordo ai componenti della struttura dello yacht, dagli indumenti di protezione (giubbotti, tute termiche..) ai tessuti con proprietà ignifughe o di protezione balistica.
Mentre proseguono i lavori di "Navaltex 1.0", l'agenda strategica di innovazione che, per la prima volta, è stata condivisa dal settore tessile e da quello della cantieristica navale, i soggetti promotori del progetto guardano avanti.
In attesa di conoscere l'esito della partecipazione dei progetti di ricerca del primo "Navaltex" al bando ministeriale "Industria 2015", UCINA- Confindustria Nautica, Unione Industriale Biellese, RINA, Confindustria Genova e Unione Industriale Pratese, con la Regione Piemonte, rilanciano facendo partire "Navaltex 2.0". Si tratta del naturale completamento del progetto: una nuova strada che va nella direzione di mettere in armo la ricerca necessaria per affrontare le innovazioni e completare l'agenda strategica sviluppata fino a oggi.
L'incontro di oggi a Genova, dunque, intende offrire un'occasione per valutare lo stato dell'arte del progetto, anche grazie alla presenza di tutte le aziende "fondatrici", e un'opportunità di pensare insieme al futuro della sinergia creata fra i due settori, tessile e navale.
Dopo il saluto introduttivo del Direttore Generale di Confindustria Genova, Massimo Sola, è intervenuta Marina Stella, Direttore Generale di UCINA- Confindustria Nautica, che ha portato la testimonianza del settore nautico-navale, utilizzatore di riferimento per il prodotto tessile italiano innovativo. «Il progetto Navaltex 2.0 - ha sottolineato Marina Stella - rappresenta un eccellente esempio di una nuova modalità di aggregazione a livello nazionale tra filiere industriali per realizzare progetti comuni diretti al reciproco sviluppo produttivo e all'innovazione.
Un passo molto importante per le imprese del comparto nautico che UCINA ha fortemente promosso dal 2008 con l'ingresso dell'Associazione tra i soci fondatori dell'Agenzia di Confindustria, Reteimpresa, soggetto di riferimento istituzionale per lo sviluppo dei nuovi contratti di rete.
Nello scenario economico attuale che vede incerto il processo della ripresa, le aggregazioni tra imprese non legate e vincolate ai territori ma a progetti industriali condivisi sono un percorso strategico per fare ricerca, innovazione, rafforzare la propria competitività, cercare nuovi canali e mercati di sbocco.
E' ovviamente necessario che tali forme di aggregazione spontanea trovino ora il giusto riconoscimento in materia di regime fiscale, contributivo e di semplificazione amministrativa, di incentivazione e capitalizzazione delle imprese».
Mario Dogliani, Head of Corporate Project Financing del RINA, e Andrea Parolo, Responsabile Area Economia d'Impresa dell'Unione Industriale Biellese, hanno delineato la nuova proposta operativa di Navaltex 2.0. «L'esperimento Navaltex - ha affermato Dogliani - ha dimostrato come le due filiere industriali del tessile e delle costruzioni navali e nautiche sanno collaborare con efficacia. Navaltex 2.0 darà un respiro nazionale all'iniziativa: ne scaturirà una agenda strategica condivisa di innovazione da cui ci attendiamo notevoli ricadute sia a livello di singoli territori sia a livello di sistema nazionale».
«Il percorso fatto fino ad ora - sottolinea Parolo - ha permesso di mettere a punto un metodo di confronto operativo fra due settori non abituati a lavorare in sinergia. Il metodo così creato è stato illustrato e proposto alle aziende presenti che potranno lavorare in contatto diretto fra loro ed essere veri protagonisti nell'individuazione dei nuovi progetti di sviluppo».
Nel corso del 2009 si sono intensificate le aggregazioni che hanno reso possibile la realizzazione di importanti progetti a sostegno dei comparti industriali e del Made in Italy. Sul tema della Rete d'impresa quale leva per le nuove politiche industriali è intervenuto Fulvio D'Alvia dell'Area Politiche Industriali, Economia della Conoscenza, Europa e Internazionalizzazione di Confindustria. «La crescente competitività dei mercati internazionali spinge le nostre aziende ad organizzarsi attraverso meccanismi di integrazione non solo territoriale, come i tradizionali distretti, ma su dimensioni più ampie - ha concluso D'Alvia. La recente legge n. 99/2009 ha tempestivamente regolamentato e riconosciuto giuridicamente "il contratto di rete" che consente di dare visibilità esterna alla nuove forme di collaborazione tra imprese. E' sulle reti d'impresa che riteniamo debbano essere indirizzati gli interventi di semplificazione amministrativa, di incentivazione e fiscali. La rete consente di mantenere l'autonomia dell'impresa, che per noi e' un valore fondamentale, favorendo però alla collaborazione».
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