Martedì 7 aprile, come primo appuntamento del programma "I martedì della grafica", iniziativa promossa per avvicinare il pubblico alla grafica - siano esse stampe, disegni, matrici incise e fotografie -, l'Istituto Nazionale per la Grafica ed Editalia - Gruppo Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato hanno presentato il volume Porti Antichi di Roma, durante l'incontro sul tema "La Storia dell'antico porto di Ripetta ricostruita attraverso le mappe cartografiche", nella Sala Dante in Palazzo Fontana di Trevi.
Il volume, curato da Alberto Lombardo con prefazione di Simonetta Prosperi Valenti Rodinò per Editalia, ripercorre in 252 pagine la storia dei porti antichi della città eterna, fornendo, inoltre, una visione sconosciuta del fiume Tevere, oggi trasfigurato dai muraglioni di contenimento innalzati tra il 1876 e il 1926 (la cui costruzione fu decisa dopo l'alluvione del 1870 che arrivò a toccare la centralissima Piazza di Spagna) e quindi totalmente trasformato rispetto a come appariva un secolo fa: fulcro della vita cittadina. Prima di queste modifiche architettoniche, infatti, sulle sponde del Tevere si affacciavano palazzi nobiliari, ville, ameni giardini e approdi.
Il Tevere è da sempre l'anima di Roma, legato alla leggenda e alla storia della città eterna. Dal mito della fondazione di Romolo e Remo (appena nati i due gemelli furono messi in una cesta abbandonata alla corrente del fiume e soccorsi dal dio fluviale Tiber) ai giorni nostri, il "fiume biondo" è stato protagonista della espansione della attuale capitale d'Italia, un vivace centro fluviale, utilizzato per gestire campagne militari, commerci e trasporti di persone. Sulle sue sponde sono sorti moltissimi nuclei di ormeggio, poi diventati veri e propri porti, intorno ai quali si sono sviluppati magazzini, mulini ad acqua, fattorie, strade, centri abitati e ville. Difficile pensare che, fino al secolo scorso, Roma avesse appena 4 ponti e che il passaggio da una sponda all'altra venisse garantito quasi esclusivamente dalle moltissime imbarcazioni che animavano il Tevere (l'ultimo trasporto fu effettuato nel 1929 per dei marmi destinati al complesso del Foro Italico), oggi navigabile in pochi e limitati tratti.
Con le 130 illustrazioni in bianco e nero e a colori, tra cui numerose stampe a bulino e all'acquaforte edite tra il Cinquecento e l'Ottocento, Porti Antichi di Roma strappa all'oblio gli approdi del Tevere, abbandonati, distrutti e ricostruiti nel corso dei secoli, i cui resti riposano sotto le acque di quello che può essere definito un vero e proprio fiume/museo, e dei quali rimane solo il ricordo, trasmesso dalle testimonianze degli autori classici, da dipinti, antiche stampe, litografie e qualche foto. Il libro, infatti, è corredato da opere di grandi interpreti del paesaggio romano, Marco Sadeler, Etienne Dupérac, Nicolas Beatrizet, Israël Silvestre, Giovan Battista Falda, Giuseppe Vasi, Alessandro Specchi, Giovan Battista Piranesi, Luigi Rossini, Gaspar Van Wittel e Ettore Roesler Franz.
Alberto Lombardo opera un vero e proprio viaggio nel tempo, ricostruendo la storia non solo dei porti fluviali ma anche di quelli marittimi, ricordando che, grazie allo sbocco sul Mediterraneo, Roma fu la prima città italiana ad imporsi come potenza marittima in ambito militare e commerciale.
Il volume dedica uno spazio anche alle esondazioni del Tevere, da sempre interpretate dai romani come segnali anticipatori di avvenimenti infausti e legate ai ricordi di disgrazie ed epidemie. Delle piene di epoca repubblicana e imperiale rimangono i ricordi di scrittori come Tito Livio mentre di quelle medioevali sono rimaste le "manine", targhe che segnavano il livello raggiunto dalle acque nelle esondazioni record.
Con "Porti Antichi di Roma", Editalia porta alla luce scenari monumentali e scorci suggestivi di Roma radicalmente mutati nella città moderna, riscoprendo paesaggi e avvenimenti poco noti ma ricchi di spessore nella vicenda umana, storica e artistica della capitale.
Il volume è accompagnato da "Il Prospetto del Nuovo Navale di Ripetta", riproduzione su carta pregiata di un acquaforte di Alessandro Specchi del 1704 (il progetto di restauro dello scalo capitolino voluto papa Clemente XI nello stesso anno), montata su tela come si usava per le stampe di piante e vedute della città.
"Porti Antichi di Roma" è un'opera di grande formato con una rilegatura in pelle pregiata, copertina a sbalzo, borchie in bronzo sul retro, dorso con nervature e impressioni in oro. Ha una custodia in pelle con specchiatura e le 252 pagine sono stampate su carta pregiata, in cellulosa di cotone inalterabile nel tempo.
Sin dalla sua nascita (1952), Editalia - Gruppo Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato si è caratterizzata come casa editrice operante nel campo dell'editoria di pregio, rivolgendo particolare attenzione tanto ai contenuti e alla ricchezza dell'apparato iconografico - tutti rivolti alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano - quanto all'accuratezza realizzativa, utilizzando antiche tecniche tipiche della più nobile tradizione italiana: nella scelta delle carte, nell'accuratezza della stampa e delle riproduzioni, e nel valorizzare le rilegature con esecuzioni a mano che accolgono testi classici, spesso rarissimi o addirittura sconosciuti.
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