E’ stato illustrato questa mattina a Palermo dall'assessore regionale ai Beni Culturali, Gaetano Armao e dal soprintendente, Sebastiano Tusa, nel corso di una conferenza stampa, il ritrovamento al largo di Panarea, nelle Eolie, del relitto di una nave romana del I sec d.c. ancora integra con a bordo oltre 500 anfore “a bocca larga”. “ Dai primi rilevamenti – spiega il soprintendente Tusa - possiamo stabilire che si tratta di una nave mercantile di circa 25 metri, in perfette condizioni, che trasportava frutta e ortaggi dalla Sicilia ai mercati del nord. Lo stile delle anfore, infatti, è tipico delle officine dell' isola e dell'Italia meridionale”.
La nave è stata individuata con una telecamera filoguidata Rov e ora la campagna nelle Eolie procederà con “ ricerche realizzate – continua Tusa - con dei robot particolarmente sofisticati che ci metteranno nelle condizioni di contestualizzare meglio nel tempo e nello spazio il relitto”. La scoperta è avvenuta nel luglio 2009, quando la Soprintendenza del Mare, in
collaborazione con la Fondazione statunitense Aurora Trust, ha intrapreso un progetto di ricerche in alto fondale, per un tratto di mare di circa 150 kmq a sud dell'isola di Panarea,
utilizzando un “side scan sonar”, che inizialmente aveva rilevato tracce di due relitti. Le anfore si trovano in una disposizione diversa da quella originale della nave, essendo coricate su di un lato, indicando così che la nave, scivolando sul fondo, si sia appoggiata su un fianco. Le anfore hanno comunque mantenuto la disposizione originale dimostrando come l'affondamento possa essere avvenuto presumibilmente perché lo scafo ha iniziato ad imbarcare acqua scivolando lentamente sul fondo. Una delle anfore è stata prelevata dai ricercatori al fine di chiarire con più precisione la natura del carico.
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