Spettacolare protesta contro le trivellazioni di petrolio nel Mare Artico posta in atto questa mattina da attivisti di Greepeace durante la Barcolana. Gli attivisti hanno puntato “Esimit Europa 2” la barca di Igor Simcic sponsorizzata da Gazprom, società russa impegnata sulla piattaforma “Prirazlomnaya” fortemente contestata fa Greenpeace cercando di impedire alla barca di tagliare il traguardo posto alla seconda boa. Sul posto sono immediatamente intervenute le moto d’acqua della Polizia e la barca ha potutto tagliare il traguardo vincendo la regata per la quarta volta consecutiva. Il gommone ha poi seguito la barca fino all'arrivo aprendo uno striscione con la scritta in inglese "Via dall'Artico!" e bandiere con il messaggio"#FreeTheArctic30".
"La nostra protesta non è certo contro la Barcolana o il mondo della vela: il problema è che Gazprom, lo sponsor della barca Esimit, è una minaccia per l'Artico e per tutti noi. E' paradossale che questa sia la prima barca con bandiera europea e simbolo ufficiale dell'innovazione e dell'efficienza del nostro continente" afferma Federica Ferrario di Greenpeace. "La Gazprom, in prima linea nello sfruttamento delle risorse petrolifere dell'Artico, -aggiunge- è tra coloro che vogliono consegnare il Pianeta al caos climatico. Per difendere i suoi interessi è pronta a tacitare ogni voce di protesta".
La piattaforma Prirazlomnaya della Gazprom sarebbe la prima a trivellare l'Artico, ma ci sono seri dubbi su come potrebbe resistere alle dure condizioni climatiche locali. Proprio per attirare l'attenzione sui rischi di simili operazioni, Greenpeace ha cercato di scalare la piattaforma per una protesta pacifica tre settimane fa. La nave 'Arctic Sunrise' è stata quindi sequestrata dalle autorità russe e per l'intero equipaggio sono stati disposti due mesi di custodia cautelare. "Chiediamo a Gazprom di ritirare i piani di trivellazione nell'Artico e alle autorità russe di liberare immediatamente i 28 attivisti e i 2 giornalisti free lance, tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro, detenuti con l'accusa di un crimine che non hanno commesso" conclude Ferrario.
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