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PORTI

Parte da La Spezia e Marina di Carrara la prima reale integrazione logistica

Se fosse una fusione per semplici motivazioni di fini amministrativi sarebbe un assurdo. Se invece qualcuno avesse nella testa modalità e tempi per un reale coordinamento lo dica. Il primo convegno sulla riforma portuale, svoltosi oggi a La Spezia, e chiamato a focalizzare l’attenzione sulla integrazione fra i porti di La Spezia e di Marina di Carrara, si è chiuso con un grande interrogativo, ma anche con un auspicio condiviso da operatori e istituzioni: tentiamo di sfruttare questa occasione per realizzare una grande area logistica integrata che comprenda anche Santo Stefano di Magra e che in prospettiva, possa anche beneficiare di regimi particolari per favorire l’insediamento di industrie di trasformazione e di attività legate al trasporto e alla logistica.
Parola d’ordine quindi: trasformare questa riforma dei porti in un’occasione, tutt’altro che facile, per produrre ricchezza e occupazione in un’area che rischia altrimenti di perdere quota, o peggio, di diventare un mero punto di transito delle merci con scarse ricadute sul territorio.
Al punto che Ivano Russo, consulente del ministro Delrio, proprio per la riforma e per il piano della logistica e dei porti, ha definito l’aggregazione fra La Spezia e Marina di Carrara “l’avamposto dell’applicazione corretta della riforma”; rivendicando anche tempi di applicazione del nuovo quadro normativo che si stanno rivelando estremamente più rapidi rispetto al passato.
Il convegno svoltosi oggi a La Spezia dalla Associazione degli agenti marittimi e da quella degli spedizionieri, si è in effetti trasformato in un vero e proprio faccia a faccia alla ricerca di concretezza su dubbi e speranze della riforma.
“Vedo questa integrazione – ha affermato Carla Roncallo, presidente dell’Autorità portuale di sistema – come un’ottima opportunità e non ho dubbi, ma è logico che sia così, che ci vorrà un po’ di tempo per realizzarla compiutamente, anche se sono convinta che la strada imboccata sia quella giusta”.

Dagli interventi dei presidenti delle due associazioni, Andrea Fontana e Alessandro Laghezza, sono emersi rilievi fondamentali sulle troppe barriere amministrative e burocratiche che impediscono l’attuazione della riforma (competenze doganali, di Camere di Commercio, di riferimenti professionali), così come sulle prospettive concrete di queste integrazione. Laghezza ha rilanciato il concetto di “laboratorio”, sottolineando l’esigenza che il territorio e la comunità locale siano beneficiati delle ricadute di un traffico che non può essere solo di transito veloce delle merci. Fontana ha sottolineato come la denominazione complessa delle nuove Autorità portuali di sistema (inclusa quella del Mar Ligure Orientale) siano improponibili dal punto di vista del marketing internazionale, lanciando l’idea di un concorso di idee per dare un nome alle nuove Autorità.
Il confronto a La Spezia ha consentito la focalizzazione anche su aspetti specifici.
Stefano Zunarelli, docente all’Università di Bologna e fra i maggiori esperti amministrativi del settore trasporti, ha lanciato la sua provocazione: considerando che, anche per una grande area logistica, la strada di una Zes (Zona economica speciale) non è probabilmente percorribile, esistono due alternative: l’Italia potrebbe chiedere come sistema paese all’Unione Europea l’autorizzazione a una Zes collettiva per i suoi sistemi portuali, a causa della perdurante crisi economica del paese. Oppure, in ogni caso, procedere a una operazione di “lima” e aggiustamento in sede locale delle normative per rendere queste aree logistiche più convenienti per investitori internazionali.
Luigi Merlo, già consulente del ministro e oggi direttore relazioni istituzionali MSC per l’Italia, ha confermato l’impegno del gruppo di Gianluigi Aponte sul porto di La Spezia: 747.000 container entro quest’anno pari al 57% del traffico complessivo del porto di La Spezia.
Per Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, La Spezia ha già dimostrato in passato di essere in grado di “inventare” formule nuove per lo sviluppo e anche oggi ha tutte le potenzialità, anche attraverso la sua community, per affrontare e vincere questa sfida.
Nel corso del convegno è stato presentato dall’Autorità portuale di sistema anche il progetto di sviluppo e di compatibilità ambientale e architettonica del nuovo polo logistico di Santo Stefano di Magra, progetto redatto dal Dad dell’Università di Genova (Carlo Alberto Cozzani e Massimiliano Giberti).


03/05/2017 20:30:00 © riproduzione riservata






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