Già da questa notte il tracking aveva parlato chiaro. C’era qualcosa che non andava a bordo di Casa Marzia e Federico Cuciuc stava facendo una rotta che lo avrebbe portato dritto dritto verso terra. Nessuna richiesta di aiuto alla Direzione di Corsa ( e questo era positivo) ma un ritiro annunciato. Un vero peccato perché alla partenza di questa terza tappa della Les Sables Les Açores en Baie de Morlaix, Federico era ben piazzato, con un’invidiabile 5° posizione tra i Proto.
Una volta arrivata in porto a Les Sables d’Olonne, la situazione del mini di Faderico era molto peggiore del previsto. E Federico ammette, con l’onestà che lo contraddistingue, gli errori fatti che lo hanno portato al ritiro.
“Siamo arrivati sani e salvi, diciamo… più salvi che sani, almeno per quanto riguarda la barca.
Io sto benissimo, ma 667 Casa Marzia ha lasciato dei ricordini qui, tra Ouessant e West Sein: il bompresso e la randa (che forse si possono riparare) e mezza (speriamo) elettronica. Le ultime ore, da ieri notte le ho dovute fare tutte in coperta con i piloti entrambi guasti. Nke e Raymarine con tanti corto al punto che alla fine (questa notte) non è stato più possibile escludere singole componenti. Troppo vento, troppo mare. La barca si è riempita più volte d'acqua con una sola onda. Colpa mia! Bastava non bucare così clamorosamente la partenza e non arrivare lì in ritardo. Ho scambiato una delle tante mede della baia, per la boa di disimpegno, allungando il secondo bordo mura a destra, ma ero già in layline, così ho perso un paio di miglia. Poi le condizioni favorivano chi era avanti anche di poco, di solo 4 miglia, mentre io mi beccavo una super alga attorcigliata alla chiglia. A quel punto ho smesso di contare il ritardo perché, dopo la lotta con l'alga gigante, sull'AIS non vedevo più nessuna delle barche avanti. È stata dura due volte, perché, oltre alla fatica di navigare in quelle condizioni, ero consapevole che partendo meglio avrei evitato il peggio. Quando la testa della randa è uscita dalla canaletta e la barca era già priva di bompresso (trascinato sotto la barca) ho pensato di ritirarmi subito in un porto (poggiando), ma ho preferito invece rischiare un po' e riportare la barca qui, perché le condizioni entrando nel golfo sarebbero state poi meno severe. Almeno sono arrivato. Peccato. Tutte cose che possono capitare. Ci sono molte lezioni da imparare”.
La navigatrice era attesa alle Bermuda il 6 novembre, ma la sua imbarcazione non era mai arrivata. Una mancanza di notizie che aveva acceso l’allarme nella comunità velica e tra i familiari
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