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KAYAK

L'impresa: un giro della Sicilia in kayak

impresa un giro della sicilia in kayak
Redazione

Nel 2011 ha compiuto la prima circumnavigazione della penisola italiana in kayak da Trieste a Ventimiglia in solitario e senza assistenza, nel rispetto del patrimonio naturalistico del litorale: 2.009 miglia, in 119 giorni complessivi di viaggio. Ora il kayaker milanese Guido Grugnola è pronto per una nuova iniziativa: sabato 21 aprile 2012 darà il via a un nuovo viaggio, partirà da Catania a bordo del suo kayak per circumnavigare la Sicilia, in solitaria e in completa autosufficienza energetica, un impegno di circa 45 giorni per una percorrenza di oltre 600 miglia.
Come per il periplo della penisola italiana, l’intento è quello di attirare l’attenzione sulle coste per tutelarne il delicato equilibrio. Non una mera impresa sportiva dunque, ma piuttosto un viaggio nel rispetto della natura, alla scoperta e alla ricerca delle peculiarità, delle bellezze e dei problemi delle coste di uno dei luoghi più belli ma anche meno protetti dell’intero Mediterraneo.
 
Il messaggio.
Scopo ultimo del progetto Sicilia 2012 è infatti la scoperta del patrimonio naturalistico del litorale siciliano e la sua salvaguardia da ogni forma di abuso e degrado. Le immagini fotografiche e le riprese video sveleranno da una prospettiva ravvicinata e inedita i tratti costieri più sconosciuti della Sicilia per condividerne la natura ma anche l’urbanizzazione, affinché possano venire salvati o riqualificati per le generazioni future.
Proprio per questo suo aspetto di viaggio ecologicamente rispettoso e di progetto di ricerca, Sicilia 2012 gode del patrocinio di Legambiente e di Salviamo il Paesaggio. Come per la circumnavigazione d'Italia, Trieste-Ventimiglia, hanno confermato il loro sostegno anche la Lega Navale Italiana, il Centro Velico Caprera, la Federazione Italiana Canoa Kayak, e la Federazione Italiana Canoa Turistica.
 
La navigazione.
La navigazione, scandita da gesti e procedure sperimentate, permetterà di effettuare riprese fotografiche e video della costa. Una tipica giornata di navigazione prevede sveglia alle 03:00, colazione, smontaggio del campo, armamento del kayak, navigazione di 10-11 ore, carica dei dispositivi di bordo e degli apparecchi per le riprese con pannello solare di bordo, manutenzione delle dotazioni di bordo, aggiornamento del blog rounditalycruise.it con post e immagini, cena e riposo.
 
Chi è Guido Grugnola.
Pratica il kayak dall’età di tredici anni quando durante un viaggio in Belgio ha disceso con un amico la Lesse nelle Ardenne. Con il Canoa Club Milano negli anni 70 e autonomamente dagli anni 80, ha disceso i torrenti più impegnativi delle Alpi percorrendone diversi tratti “in prima”. Molte le navigazioni anche in acqua salata, nelle quali Grugnola ha sfruttato anche le sue doti marinaresche maturate in decenni di pratica della vela agonistica, con la partecipazione a 21 campionati Italiani e 16 mondiali e una partecipazione alla regata Whitbread Round the Word Race, il giro del mondo a vela in equipaggio, in qualità di navigatore e in tutti i ruoli di bordo. Grazie a questi risultati nel 1985 gli è stata conferita dal CONI la Medaglia d’argento al Valore Atletico.
 
Perché il kayak.
La scelta del mezzo ha diverse motivazioni, in primo luogo il kayak ha doti marine straordinarie che abbinate a un’adeguata preparazione permettono di navigare in completa autonomia in molte condizioni di mare. È l’unica barca che esiste da millenni e che per queste sue doti è sempre rimasta uguale a se stessa. Oggi, benché costruiti utilizzando materiali diversi, i kayak posseggono le stesse linee d’acqua e caratteristiche di quelli di 4500 anni fa. Quello utilizzato da Grugnola è un mezzo particolarmente preparato, modificato e rinforzato per poter affrontare la lunga navigazione e per garantire l’autonomia del viaggio, oltre alla completa autosufficienza energetica. La navigazione in kayak è profondamente diversa da quella di qualsiasi altra barca: solo con un kayak infatti si naviga con le mani sempre a contatto con l’acqua, qualsiasi cambiamento, anche minimo, della temperatura, della salinità, del vento viene percepito immediatamente e molto distintamente. Con un kayak si può navigare anche a un solo metro dalla costa. Si può navigare tra gli scogli e la terraferma dove nessun’altra barca può passare. Il kayak è largo 53 cm e pesca solo 8 cm. Vi si naviga nel silenzio più assoluto perciò ai possono sentire i rumori più delicati come il rotolare subacqueo di un grosso sasso nella risacca di una spiaggia tra due scogliere o il fruscio generato dalle migliaia di tuffi ripetuti di un banco di acciughe. Con un kayak non si inquina. Si può trarre piacere dall’osservare senza disturbare la flora e la fauna degli anfratti più nascosti come da nessuna imbarcazione più grande o motorizzata. Il kayak porta a contatto con luoghi, cieli, piante e animali, ricordando in ogni istante il rispetto per la biodiversità della terra e dell’ambiente marino.
 
Il carico.
Nel kayak trovano posto i viveri e l’attrezzatura per preparare del cibo caldo, il necessario per coprirsi nelle varie condizioni atmosferiche e una piccola tenda per un riparo notturno nei tratti di costa in cui non ci sono porti o approdi vicino a località abitate. Circa 80 kg di materiali, viveri e attrezzatura vengono stivati in un gavone stagno a prua e in due gavoni stagni a poppa. Gli accessori per la navigazione, per la sicurezza e per risolvere eventuali situazioni di emergenza trovano posto all’interno del pozzetto, in due borse fissate alla murata e in una terza assicurata sotto la coperta. Piccoli accessori come barrette energetiche, occhiali da sole o altro vengono riposti nel gavoncino stagno centrale, al quale si può accedere anche in navigazione sempre che le condizioni del mare lo permettano. La carta nautica locale per condurre la navigazione, un navigatore gps per stabilire la propria velocità e pianificare la rotta, un tracker satellitare per inviare il punto nave sul sito rounditalycruise.it, tutti in una busta stagna fissata in coperta. L'autonomia energetica viene garantita da un pannello solare ripiegabile dalla potenza di 60 W che una volta estratto dal gavone può caricare in meno di due ore e mezza e in condizioni favorevoli una batteria agli ioni di litio ultrapiatta che durante la notte assicura la carica dei dispositivi di bordo.


18/04/2012 12:56:00 © riproduzione riservata






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