I mega yacht e quindi la nautica da diporto che occupa la fascia più alta del turismo di lusso potrebbe agire da apripista per la rimessa in moto dell’intero comparto turistico italiano ed elemento di traino in particolare in quelle aree geografiche, in primis la Sardegna, che corrono i rischi maggiori conseguenti l’emergenza Coronavirus.
Secondo un’analisi lampo messa a punto dalla Sezione Yacht di Federagenti, sono proprio le caratteristiche dei mega yacht, ovvero il numero limitato di passeggeri (non più di 12) che sono autorizzati a ospitare insieme con un equipaggio ridotto, a rendere potenzialmente queste imbarcazioni veri e propri “messaggeri” della riapertura al turismo di alcune fra le più suggestive e affascinanti destinazioni marine del turismo internazionale.
Lo yacht per sue caratteristiche è autonomo, autosufficiente, facilmente controllabile nei suoi movimenti, ma è al tempo stesso un concentrato di big spender.
“Certo: l’esordio iniziale di stagione – sottolinea Giovanni Gasparini, Presidente della Sezione Yacht della Federazione Nazionale Agenti Marittimi – sarà ispirato alla massima prudenza, con ormeggio in rada o in zone dei porti turistici che non risultino di facile accesso. In ogni caso anche questo start up comporterà la riattivazione di attività tecniche, di manutenzione, di approvvigionamento e di catering in grado di risvegliare il sistema. Quindi, man mano che la pressione del Covid-19 tenderà ad allentarsi i mega yacht potranno anche simbolicamente favorire e “trascinare” un riavvicinamento globale anche delle imbarcazioni nautiche di minori dimensioni, ridando linfa all’intera filiera e favorendo un recupero ancorché tardivo, delle potenzialità della stagione estiva”.
È il caso di ricordare – sottolinea Federagenti – come nel 2019 la flotta mondiale di mega yacht abbia superato le 5500 unità, con 416 nuove imbarcazioni in costruzione (38% in cantieri italiani), e come queste grandi imbarcazioni di lusso abbiano effettuato in porti turistici italiani, oltre 9000 toccate con soste medie di 4 giorni, assicurando alla filiera turistica una media di occupazione pari a 9 addetti per ogni metro di lunghezza di una grande imbarcazione da diporto”.
Secondo Gasparini, sarebbe ora indispensabile che Regioni come la Sardegna si impegnassero in un ruolo attivo, in stretta collaborazione proprio con i grandi gruppi che rappresentano le più importanti imbarcazioni da diporto che abitualmente operano in Mediterraneo (nel 2019 sono state più di 1500), garantendo ad esempio aree non di libero accesso nei porti turistici, procedure certificate (e quindi spendibili anche nell’ambito di una campagna di marketing territoriale a livello internazionale) di sanificazione delle banchine, percorsi sicuri a terra ad esempio verso esercizi commerciali e centri di ristorazione che forniscano alte garanzie di protezione.
“Il mondo degli yacht – conclude il Presidente di Federagenti Yacht – ha alcune caratteristiche uniche che ne fanno il portabandiera ottimale di un rilancio turistico. Da un lato queste imbarcazioni sono controllabili e verificabili facilmente anche nei loro spostamenti; dall’altro nell’immaginario collettivo, anche grazie alla frequente presenza a bordo di personaggi VIP, sono in grado di fornire un segnale rassicurante a una comunità internazionale, che uscirà dalla quarantena, trascinandosi addosso angosce e paure e che avrà una necessità vitale di svago”.
La navigatrice era attesa alle Bermuda il 6 novembre, ma la sua imbarcazione non era mai arrivata. Una mancanza di notizie che aveva acceso l’allarme nella comunità velica e tra i familiari
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