Dopo due partecipazioni - vittoriosa nel 2015 con Erwan Le Roux sul multiscafo Multi50 e poi nel 2017 in coppia con Fabrice Amedeo su un monoscafo IMOCA- Giancarlo Pedote ritorna a correre in una delle più classiche e impegnative regate transatlantiche, la Transat Jacques Vabre.
Come accaduto nell’ultima edizione, il navigatore italiano parteciperà nella classe dei 60 piedi IMOCA, ma questa volta sarà alla guida del progetto a foil Verdier VPLP (vincitore nel 2017 con Jean-Pierre Dick e Yann Eliès) che porterà in Atlantico i colori di Prysmian Group e dell’ONG Electriciens sans frontières.
Ad accompagnare Pedote un velista di talento, protagonista della classe Figaro Bénéteau, anch’egli dotato di grande forza mentale e di un’incredibile determinazione: Anthony Marchand, recentemente secondo alla Solitaire du Figaro con Groupe Royer. Una scelta naturale, per due marinai che sono accomunati da valori umani condivisi e dalla stessa spinta agonistica. Insieme prenderanno parte sia alla Rolex Fastnet Race sia alla Transat Jacques Vabre.
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Dopo un inizio d’anno passato a lavorare sulla messa a punto della nuova barca e la scelta del gruppo di lavoro, inizio che ha anche fatto registrare un bel debutto sportivo con il terzo posto alla Bermudes 1000 Race, Giancarlo Pedote è pronto per tornare in modalità regata. Il prossimo 3 agosto, lo skipper di Prysmian Group sarà infatti sulla linea di partenza della celeberrima Rolex Fastnet Race, seconda prova dello speciale campionato lMOCA Globe Series. La regata si correrà sul classico percorso di oltre 608 miglia fra Cowes, sull’isola di Wight e Plymouth, e il doppiaggio del mitico scoglio Fastnet. “Sarà un’occasione perfetta per conoscere meglio il mio co-equipier e prendere confidenza, ma anche per macinare miglia in vista della qualificazione per il Vendée Globe” ha spiegato il navigatore fiorentino che si è detto felice di condividere l’esperienza della Transat Jacques Vabre con un velista di valore come Anthony Marchand. “Ci incrociamo da tempo, ma ci siamo conosciuti un po’ meglio quando gli ho venduto il mio Moth a foil. Ci siamo trovati subito bene dal punto di vista umano. Anthony è una persona che si fa coinvolgere, che prende le cose a cuore e che ha un forte spirito competitivo. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda e per me è importante, ancor più del palmares, anche se naturalmente, fa piacere navigare con un velista di successo.” ha spiegato ancora Giancarlo Pedote, cosciente che l’esperienza del suo compagno in particolare sul circuito Figaro Bénéteau (nelle ultime due edizioni della Solitaire è salito sul secondo e terzo gradino del podio) sarà un punto di forza durante le 4.350 miglia della transatlantica da Le Havre a Salvador de Bahia.
Stesso approccio e stessa ricerca della prestazione
“Sono molto fiducioso. Sono super felice del nostro rapporto. La Rolex Fastnet Race ci permetterà di conoscerci meglio. Da parte mia, parto con lo stesso spirito della Bermudes 1000 Race dello scorso maggio: nonostante il mio primo obiettivo sia quello di acquisire miglia per la qualifica al Vendée Globe, ho intenzione di attaccare.” Spiega Pedote. “E’ soprattutto una regata di avvicinamento e l’importante sarà concluderla, ma partiamo con l’idea di fare bene.” dichiara Anthony Marchand che, contrariamente a Pedote, ha già partecipato una volta alla famosa Fastnet Race. Per questo sa bene che si tratta di una prova che presenta diversi ostacoli da superare, quali una flotta composita e con barche molti diverse, una meteo che può cambiare velocemente durante il percorso e le sorprese che le coste meridionali dell’Inghilterra riservano sempre, vista la presenza di forti correnti e degli effetti dell’orografia costiera. “Sarà una regata un po’ in modalità Figaro, il che non mi spiace affatto, ma quello che mi piace di più è che avrò l’occasione di conoscere meglio Giancarlo e la barca, che è veramente una macchina da corsa. E’ un po’ di tempo che penso a un progetto su un IMOCA. La Transat Jacques Vabre sarà una bella esperienza, soprattutto al fianco di Giancarlo” Assicura Anthony Marchand.
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