L’incidente è accaduto ieri notte alle 3:00 al largo di Les Sables d’Olonne: un peschereccio ha centrato la Hugo Boss e l’ha disalberata causandole anche seri danni allo scafo. Hugo Boss è stato rimorchiato nel porto commerciale di Les Sable d’Olonne dove sono già all’opera i tecnici del team e gli architetti del cantiere Finot-Conq. Si stanno in queste ore valutando i danni per vedere se sia possibile ripararli e consentire così al monoscafo di prender parte alla Vandée Globe in partenza domenica 9 novembre. Ma come è andato l’incidente? “Alle tre di venerdì notte, quando Hugo Boss era a circa un miglio e mezzo a sud di Les Sable d’Olonne con su solo la randa e tutte le luci accese un peschereccio è arrivato addosso a noi al traverso – ha spiegato lo skipper Alex Thomson – causandoci danni alla fiancata e la rottura dell’albero che è venuto giù rompendosi. Noi abbiamo rapidamente liberato l’albero perché non causasse danni ancora maggiori e l’abbiamo lasciato andare con la vela attaccata legandolo ad una boa per poterlo poi recuperare. Siamo potuti rientrare in porto verso le 4 e 30 ed ora siamo concentrati a capire quali riparazioni siano effettivamente possibili ed in quanto tempo. Ma non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Ci sono ancora tre settimane abbondanti prima della partenza e abbiamo una équipe veramente eccezionale ed in grado di affrontare anche un grande problema come questo. Se qualcuno mi dicesse che non sarà possibile prendere il via il 9 novembre io gli risponderò che prenderò sicuramente il via”.
Che soluzioni ci sono per l’albero?
“Ci sono più soluzioni: la prima è che venga riparato, la seconda di fabbricarne uno nuovo, la terza di utilizzare un albero di ricambio di un altro equipaggio. Gli altri team ci hanno offerto il loro aiuto, come Dominique Wavre, Yann Eliès e Sébastien Josse”.
La barca sarà riparata qui di Les Sables d’Olonne?
“Al momento Hugo Boss non può allontanarsi da Les Sables d´Olonne perché ha un danno allo scafo troppo vicino alla linea di galleggiamento. Verrà messo qui in un hangar dove verrà riparato, ma la barca non sarà comunque più la stessa perché i tempi necessari saranno lunghi”.
Cosa ha fatto il peschereccio dopo la collisione?
“Ha fatto un giro intorno a noi per chiedere se eravamo sani e salvi. Poi è rientrato in porto e subito dopo alcuni di loro sono tornati in gommone per verificare che andasse tutto bene. Ma la prima preoccupazione è stat quelle di mettere in sicurezza l’equipaggio e la barca. Solo dopo abbiamo avvisato il centro per la sicurezza in mare. Non eravamo in pericolo immediato ed è per questo che è passato un po’ di tempo prima che avvisassimo terra”.
Quanti eravate a bordo?
“Tre. Due dormivano ed il terzo era in coperta con tutte le luci accese neanche fossimo un albero di Natale Noi avevamo anche il radar attivo, ma penso che fosse veramente difficile veder arrivare questo peschereccio perché andava a velocità sostenuta. Chi era di guardia ha tentato di avviare il motore, ma era troppo tardi. C’erano anche altri battelli da pesca intorno a noi con le luci di rotta accese ed anche le luci della città. E poi eravamo fuori del canale di entrata al porto”.
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