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Il viaggio della vita: controvento per l’Isola di Pasqua, Burghard Pieske in viaggio per conto del Re di Tonga

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Andreas Ryll

Foto: Pieske e Nash durante i test con “Ana-Varu” © Peter Mantik/Pieske

dal blog di ANdreas Ryll www.bordreporter.com

Il Viaggio della Vita (I parte)


Negli anni ’90, per volontà del Re di Tonga, il capitano Burghard Pieske avrebbe dovuto navigare a bordo di una proa (1), un’imbarcazione tradizionale della Polinesia, con un equipaggio polinesiano attraversando l’Oceano Pacifico sulle antiche rotte migratorie. L’esperimento sarebbe servito per studiare e ricordare uno dei periodi storici più drammatici del regno di Tonga, quando moltissimi giovani lasciarono la propria isola in cerca di altre terre in cui vivere, utilizzando un’imbarcazione uguale a quelle dell’epoca e con quelle stesse difficoltà.

I moderni navigatori considerano l’area del Pacifico chiamata “The Friendly Islands”, che comprende le 176 isole del regno di Tonga e Rapa Nui (Isola di Pasqua), una zona molto difficile per la navigazione a vela. Infatti, su quelle che erano le vecchie rotte migratorie della popolazione polinesiana, il vento soffia quasi sempre contrario e la rarità di notti stellate, indispensabili per l’astro-navigazione, impedisce il calcolo della propria posizione, che viene perciò effettuato solo sulla stima della velocità e delle correnti.


“Alla fine siamo rimasti senza soldi”

In quegli anni Pieske aveva ristrutturato insieme ai tongani una delle grandi navi “reali” tradizionali per mettersi sugli storici percorsi polinesiani. “Ma”, racconta oggi, “rimanemmo senza soldi e la sfida non fu mai affrontata”.

Tuttavia per il “vichingo” (come lo stesso Pieske ama definirsi) quell’ “ordine” ricevuto dal Re di Tonga e a cui si sente ancora oggi legato, è ancora da eseguire. “Veleggiare attraverso il Pacifico nelle stesse condizioni degli antichi polinesiani è un’idea che non ho mai abbandonatoSoprattutto per comprendere e far conoscere al mondo quali fantastici marinai furono quegli uomini!”

E così, forte della sua personalità di uomo pratico e testardo, ha intrapreso da solo il progetto ’”Esperimento Rapa Nui“ e ha fatto costruire la copia di una proa polinesiana,  con materiali moderni e al costo di 150.000 Euro.

Nella scorsa estate il 72enne di Lubecca ha veleggiato insieme a Nash, l’amico costruttore di barche e navigatore delle isole Marianne. In quel periodo, nelle acque del Mar Baltico,hanno testato la nuova imbarcazione chiamata”Ana Varu” e si sono preparati per compiere il grande viaggio. E, in onore del regno polinesiano, sull’albero dell’ Ana Varu che era ormeggiata nel porto di Heiligenhafen in Germania, sventolava la bandiera di Tonga.

Foto: Pieske e Nash – due amici, due mondi, una passione © Pieske

Prima tappa: 1.200 miglia nautiche

A fine 2015 la proa verrà spedita in un container a Taiwan e dal porto di Kaohsiung partirà per un viaggio lungo 10.000 miglia nautiche, senza bussola, senza radio e senza GPS. Pieske affronterà la prima tappa di 1.200 miglia nautiche senza scali fino a Guam, l’isola più grande e meridionale dell’Archipelago delle Marianne, ovviamente insieme al suo compagno d’avventura Nash. La spedizione potrebbe durare diversi anni e rappresenterà il culmine della carriera di un uomo che ama vivere la sua vita in modo avventuroso. Il viaggio di sicuro non sarà una passeggiata, ma di questo Burghard Pieske non se ne preoccupa più di tanto.

Foto: Pieske e la sua proa “Ana Varu” – durante la presentazione BOOT2015 Düsseldorf © Pieske

Chi è Burghard Pieske?

Nato nel 1944, capitano, avventuriero per eccellenza, velista d’altura con diversi giri attorno al mondo, insegnante, “vichingo” (così Pieske si definisce nel suo sito web) è un uomo che vede il mare come un teatro di storia e di storie.

Dopo sei anni d’insegnamento in una scuola pubblica, Pieske ”fugge” dalla Germania e da quella sua vita “ordinata” e per dieci anni naviga per tutti gli oceani a bordo del suo catamarano “Shangri La”. Nel 1991/92 con la replica di una nave vichinga originale – la “Wiking Saga”– attraversa il Nord Atlantico dalla Danimarca passando per Le Isole Faroe per l’Islanda, la Groenlandia e Terranova fino a New York.

Nel 1989 inizia la sua avventura più dura, veleggiando da Tonga a Kupang in Indonesia per oltre 5.000 miglia nautiche, in solitario, a bordo di una ricostruzione del dinghy del ”Bounty” di soli sette metri.

Ha attraversato sette volte l’Atlantico a vela ed ha navigato a Panama lungo il percorso dei pirati chiamato il ”Camino de Cruzes”. Ma l’impegno della sua vita è il progetto Euro-Vichingo. Ogni estate è in viaggio con giovani socialmente emarginati sui fiumi della Bielorussia o dell’Ucraina e attraverso le sue “spedizioni-terapia” gli propone una via d’uscita dalla disoccupazione, seguendo il motto “vela invece di alcool, canottaggio invece di botte”.


Nella seconda parte seguirà un’intervista con Burghard Pieske

Info: http://www.burghard-pieske.com/

(1) Note: È caratterizzata da un galleggiante laterale, detto bilanciere, collegato allo scafo da un certo numero di traverse. Ha avuto un ruolo determinante nella grande migrazione che da Samoa raggiunse Micronesia,Melanesia e Polinesia, e in generale nella colonizzazione, in tempi antichi, di molte isole oceaniche


20/10/2015 13:20:00 © riproduzione riservata






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