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MATTEO MICELI

"Il Pianeta ci ascolta". Così Matteo Miceli festeggia in Oceano il suo compleanno

Roberto Imbastaro

Compleanno in Indiano per Matteo Miceli.  Il vero regalo è questo… finalmente da tre giorni è iniziata la lunga corsa tra l’Indiano e il Pacifico.  Ci ha messo un po’ di tempo ad arrivare fin qui, ma non è quello che conta. Le finalità sono altre e i conti si fanno alla fine. Compie 44 anni, ed originariamente la data della partenza del suo giro del mondo doveva essere proprio il giorno del suo compleanno. Magari un paio di anni prima del 2014, ma la carta di credito va continuamente riempita per poter staccare gli ormeggi. Per alimentare la tua carta di plastica ti adatti a tutto, anche ad entrare in un vorticoso giro circense di nani, prestigiatori, bestie feroci e ballerine. E danzare con loro, magari compiendo l'azione più spregevole che si possa immaginare: mettere l'inutile cravatta. Il regalo di compleanno è anche questo: un giorno magari non senza stress, ma certamente senza strass. Stai sereno Matteo (a proposito con questo nome quando torni dovrai forzatamente entrare in politica) perché nessuno offenderà il tuo Eco 40 con tacchi a spillo e champagne. Almeno per oggi.

Inizia un’altra porzione di vita, perché il 44 non è un numero banale. E’ un numero mastro, un numero sacro e perfetto per via del doppio 4. Era il numero di Gandhi. Chi porta il 44 comprende le sofferenze dell’umanità e si fa portavoce dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni.

E stanotte, al passaggio di data, Matteo ha scritto questo post. Avete mai sentito dire a Matteo “il pianeta ci ascolta?”. Bene, ora l’ha detto. Il Matteo ecologista, però, non parte certo da questo giro del mondo: potete trovarne le tracce a Singapore, a Sydney, a Calcutta, sull’Himalaya, fino alla sua casa sulle montagne della Tolfa. Più che “l’Oceano a mani nude” dovrebbe scrivere “Il Pianeta a mani nude”. E, tanto per essere in sintonia, da ecomicelide in ascolto mi andrò a fare un bagno alla Ficoncella per riscaldarmi.

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“Ieri notte all'una sono uscito per fare una strambata, trenta nodi buio e acqua a 9° .
Prepari le volanti, prepari la nuova scotta, metti il carrello al centro aspetti un'onda gagliarda...e via sulle altre mure.
Il freddo si fa sentire sulle mani sui piedi e in testa...basterebbe coprirsi, ma è il mio stile a mani nude a piedi scalzi e senza cappello...mi sentirei così coperto un fighetto!!!!
Il piacere più grande è tornare in cuccetta sotto due piumini e recuperare il calore perso, dovremmo farlo anche noi a casa, invece di scaldarla tanto, basterebbe una coperta in più e una felpa.
Ma non soltanto per un risparmio economico ma perché il nostro pianeta ci ascolta!”

15/12/2014 10:17:00 © riproduzione riservata

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